Crisi del microchip, i sindacati scrivono ai parlamentari
La situazione ha coinvolto anche la Candy, con lo stop delle attività per due settimane ad aprile (e forse a maggio).
Da qualche settimana è esplosa la crisi del microchip. Difficoltà di approvvigionamento di microchip, microprocessori, nonché dell’acciaio,
dell'alluminio, delle materie plastiche e idrocarburi che sta causando seri problemi alla capacità produttiva delle aziende di diversi settori, primi fra tutti quello dell’automotive e dell’elettrodomestico, con pesanti ripercussioni sulle lavoratrici e sui lavoratori. E anche alla Candy di Brugherio le conseguenze sono al momento pesanti, con lo stop della produzione per due settimane ad aprile e probabilmente pure a maggio.
Crisi microchip, i sindacati chiedono aiuto al Parlamento
Vista la situazione sempre più critica, la Fiom di Monza e Brianza ha chiesto una mano ai parlamentari del territorio.
Anche sul nostro territorio si stanno vedendo le conseguenze di questa crisi, la Candy di Brugherio ha annunciato un ricorso importante alla Cassa integrazione, analogamente ha fatto anche la Edim del gruppo Bosch di Villasanta e diverse altre aziende produttrici di componentistica auto. Anche le bullonerie presenti in Brianza stanno mostrando segnali di difficoltà. Ci sono intere filiere produttive che evidenziano i segnali di fortissimi disagi.
Inoltre il costo delle poche materie prime disponibili si è notevolmente incrementato, rendendo anche economicamente la situazione sempre più complessa per le imprese.
Tra i fattori scatenanti tale situazione parrebbe esserci l’assorbimento di grossa parte delle disponibilità mondiali di materia prima da parte del mercato cinese, ad ogni buon conto laddove questa circostanza dovesse prolungarsi, il rischio è che ci sia un impatto negativo sui lavoratori, anche in termini occupazionali.
Un rischio molto alto che andrebbe a sommarsi alle criticità già in essere in questa delicata fase di gestione della pandemia da Covid-19.
Per questi motivi riteniamo fondamentale che si attivi, sin da subito, un tavolo di confronto a livello nazionale tra Governo e parti sociali che affronti tali problematiche e trovi soluzioni a salvaguardia del sistema produttivo del Paese ed a tutela dei tantissimi addetti coinvolti.