Legalità e memoria: gli studenti di Vignate incontrano la nipote di Paolo Borsellino
Roberta Gatani protagonista sul palco dell'auditorium per raccontare il dolore dello zio dopo la scomparsa dell'amico Giovanni Falcone e spiegare il progetto della Casa di Paolo
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Un incontro ricco di emozioni e spunti di riflessione quello che si è svolto, giovedì mattina, in auditorium con gli studenti di terza media dell'Istituto Carlo Levi di Vignate che hanno conosciuto Roberta Gatani, nipote di Paolo Borsellino.
Roberta Gatani ha raccontato in auditorium i Cinquantasette giorni tra la strage di Capaci e quella di via D'Amelio
Hanno ascoltato con attenzione e posto domande interessanti gli studenti di terza media dell'Istituto Carlo Levi che giovedì mattina hanno svolto una lezione speciale nell'auditorium: sul palco, infatti, a raccontare la propria testimonianza c'era Roberta Gatani, nipote di Paolo Borsellino.
L'autrice del libro Cinquantasette giorni, ha descritto proprio il periodo intercorso dalla strage di via Capaci (23 maggio 1992) che costò la vita a Giovanni Falcone, al 19 luglio in cui suo zio Paolo Borsellino rimase vittima di un attentato insieme agli agenti della scorta. Attraverso aneddoti personali e ricordi Gatani, ha condiviso con i ragazzi il dolore che provò Borsellino per la perdita dell’amico fraterno Falcone e il desiderio di giustizia che lo animò nei suoi ultimi giorni.
La memoria come strumento per il cambiamento
L'evento è stato promosso dall’Amministrazione comunale, dall’Istituto Levi e dalla Rete Antimafia Martesana, con l'obiettivo di sensibilizzare i ragazzi sul valore della legalità e della lotta alla mafia. Sul palco sono saliti anche Giovanna Brunitto, presidente di Rete antimafia Martesana, la dirigente del comprensivo Levi Daniela Spanò, la vicepreside delle medie Grazia Nicastro, il professore Giovanni Chianello accanto agli assessori Debora Garrapa e Margherita Sartori e al sindaco Diego Boscaro.
È stato un incontro molto bello e commovente. I ragazzi hanno avuto la fortuna di ascoltare una testimonianza di come il sacrificio di Paolo Borsellino e degli uomini della sua scorta non sia stato vano, avendo preso forma nel progetto della Casa di Paolo, che rappresenta una speranza concreta per molti ragazzi di Palermo che vivono in condizioni di disagio sociale. Sono davvero felice che i giovani vignatesi abbiamo potuto partecipare, perché credo fermamente nell’importanza di parlare nelle scuole di mafia, essa non è fenomeno rilegato solo in alcune regioni italiane, ma è presente in Lombardia fin dagli anni '80.
ha detto l'assessore alla Scuola Sartori.