La storia di un melzese deportato nel lager di Kahla perché aveva scioperato
La sezione Anpi di Melzo e il Centro Studi Guglielmo Gentili promuovono il ricordo di un concittadino in occasione della Giornata della memoria
Sabato 25 gennaio alla biblioteca V. Sereni di Melzo è stata inaugurata la mostra sul lager di Kahla dove trovarono la morte due uomini della Martesana.
Il lager di Khala
Kahla è una città della Turingia, nella Germania centro-orientale. Tra il 1944 e il 1945 vi fu creato un campo di lavoro dove transitarono circa 15 mila lavoratori provenienti da almeno 9 Paesi europei e 6 mila ne morirono.
Dietro questi numeri però si celano le storie di persone comuni, innocenti padri di famiglia che furono vittime della macchina della guerra nazista.
L’esposizione, curata da Davide Re e Chiara Cravotto, si incentra infatti sulle vicende che coinvolsero Domenico Virginio Dossi, di Melzo, e Francesco Gervasoni, nato a Settala e cresciuto a Vignate.
I due erano colleghi nella fabbrica Pirelli Bicocca di Milano e facevano parte della medesima cellula di partigiani antifascisti. Furono deportati come punizione per uno sciopero.
L'invito a non dimenticare
In apertura ha preso la parola l’assessore alla Cultura Diana Marangoni, per quello che è stato il primo evento cittadino per il giorno della Memoria:
Voglio ringraziare Anpi e le associazioni per aiutare la nostra cittadinanza la nostra comunità a ricordare i momenti importanti, a ricordare figure importanti per la nostra storia: questa è la prima occasione delle celebrazioni per il giorno della Memoria. Avere una mostra itinerante che va nelle scuole è un passo fondamentale per i giovani, per le nuove generazioni che cominciano a perdere i racconti dei nonni e le testimonianze dirette. È fondamentale poter avere occasione per entrare in contatto diretto con personaggi non lontani, “da film”, ma nostri concittadini
Marangoni ha poi ricordato come questo percorso sia iniziato l’anno scorso con la posa della prima pietra d’inciampo melzese, dedicata proprio a Domenico Virginio Dossi
È una tradizione che vogliamo continuare e ringrazio coloro che si stanno adoperando per trovare altre storie da ricordare e altri cittadini melzesi. Il percorso sta proseguendo con questa iniziativa con cui ci raccontate invece il luogo della fine della sua vita. Questo secondo me è un percorso corretto e da continuare. Ringrazio le associazioni, i cittadini, tutti coloro che vogliono tenere viva la memoria della nostra storia perché da qui possiamo imparare.
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