Il trezzese d’Oltremare
Mario Pozzi è nato in Libia da genitori coloni del Ventennio fascista che con l’arrivo di Gheddafi dovettero andare in Italia. Per legge non può più tornare nella sua terra natia e così ha cercato di ricordarla scrivendo un libro.
Mario Pozzi è il trezzese d'Oltremare. Classe 1954 è nato in Libia, i suoi genitori erano figli di coloni che negli anni Trenta lasciarono l'Italia in cerca di fortuna al di là del Mediterraneo. Lui ha deciso di romanzare i ricordi d'infanzia in un libro.
Il trezzese d'Oltremare racconta la sua infanzia libica in un libro
Dato che i giacimenti petroliferi allora non erano ancora stati scoperti, quando agli inizi del Novecento il Regno d’Italia fece guerra all’Impero Ottomano per conquistare le regioni della Tripolitania e della Cirenaica, quella che in seguito venne chiamata Libia venne definita «uno scatolone di sabbia». Invece per i trentamila coloni che negli anni successivi, con l’avvento del Fascismo, vi trovarono «un posto al sole» e vi si stabilirono per iniziare una nuova vita fu molto di più. Lo sa bene anche Mario Pozzi (volto noto in paese, in quanto membro della Pro Loco), «trezzese d’Oltremare», nato sull’altra sponda del Mediterraneo, in una terra che gli è stata interdetta, tanto che dovette tornare coi genitori a Trezzo, poco prima che il colonnello Muammar Gheddafi prendesse il potere in Libia e bollasse tutti gli ex coloni col marchio di «indesiderati».
Lui ricorda quei luoghi ancora con tanto affetto e nostalgia; li ha vissuto i suoi momenti più belli d’infanzia, tanto che ha deciso di romanzarli per metterli in un libro intitolato «Ghibli», ovvero il nome di un vento del deserto capace di infondere «calore interiore insieme a un senso di libertà e pace».
L'articolo completo sul numero della Gazzetta dell'Adda in edicola da sabato 13 giugno 2020 e nello sfogliabile online.
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