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Da Trezzo a Milano, storica miniatura legata alla centrale

Una donna milanese ha regalato l'opera alla Pro Loco per conservarne la storia

Da Trezzo a Milano, storica miniatura legata alla centrale
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Da una collezione privata di Milano alla Pro Loco di Trezzo. E’ il percorso fatto da un documento storico legato alla centrale Taccani.

Donata una pergamena di quasi cento anni fa

Una miniatura è stata donata alla Pro Loco da una donna milanese che lo aveva ricevuto in eredità dalla madre. Si tratta di una pergamena realizzata quasi cento anni fa, nel 1926, per un ingegnere che aveva lavorato alla centrale: Adolfo Covi. L'opera era stata realizzata da Vittorio Vulten, un miniaturista piuttosto noto all’epoca, e conosciuto ancora oggi per i suoi lavori. A rendere nota la donazione della pergamena, è stato Andrea Boarato, responsabile per la Pro Loco trezzese degli eventi turistici, che comprendono anche le visite alla storica centrale elettrica che fa bella mostra di sé lungo il corso dell’Adda, in uno dei punti più suggestivi del fiume e più amati dai trezzesi.

"Un'opera d'arte"

Abbiamo già ricevuto quella che riteniamo a tutti gli effetti un’opera d’arte.  Si tratta di una pergamena rilasciata a uno degli ingegneri che hanno lavorato alla progettazione della centrale, Adolfo Covi, che pensiamo si sia occupato delle turbine dell’impianto. Visto il suo aspetto riteniamo che si tratti di un’opera di pregio e che dà un valore aggiunto in occasione delle visite alla centrale. Sapremo conservarla al meglio e valorizzarla".

ha spiegato Boarato

Soddisfatta della scelta anche la donna milanese, Anna Maria Tononi che ha donato l'opera d'arte alla Pro Loco di Trezzo.

  Mia madre frequentava la casa di una donna che era parente di Adolfo Covi a cui è dedicato il documento. Ho fatto qualche ricerca e Covi era il padre di un tennista omonimo che successivamente, anche per l’amicizia con Ferruccio Gilera si dedicò al motociclismo. La donna imparentata con la famiglia Covi aveva donato la miniatura a mia madre che era molto affezionata all’opera e a chi gliela aveva donata. Quando ho saputo della centrale ho deciso di donarla, perché così la storia non andrà persa e sarà conservata in un luogo adatto, anche perché non so cosa ne avrebbe fatto mio figlio in futuro. Credo che sia un’opera di un certo pregio anche perché Vulten era molto conosciuto negli anni ‘20.

ha commentato ha spiegato Tononi.

 

 

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