emergenza covid

Zona arancione rafforzata in provincia di Brescia e in 8 comuni bergamaschi. Chiudono tutte le scuole

Oltre alle classiche limitazioni da zona arancione, prevista anche la chiusura delle scuole elementari, asili e nidi.

Zona arancione rafforzata in provincia di Brescia e in 8 comuni bergamaschi. Chiudono tutte le scuole
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La provincia di Brescia va in zona arancione “rafforzata”: chiudono tutte le scuole. Sono state decise le nuove limitazioni per arginare l’aumento dei contagi da coronavirus in provincia di Brescia. Dopo l’invio del dossier al Comitato Tecnico Scientifico e le valutazioni condivise tra il ministro Roberto Speranza e il governatore lombardo Fontana è arrivata l’attesa “stretta” per la provincia bresciana.

Zona arancione rafforzata in provincia di Brescia e in 8 comuni bergamaschi. Chiudono tutte le scuole

Ad annunciare le misure attorno alle 12.30 di martedì 23 febbraio 2021 – in una diretta sui canali istituzionali – è stata l’assessore al welfare Letizia Moratti:

Abbiamo convocato i nostri tecnici e deciso una strategia di mitigazione e contenimento della pandemia. Oggi il presidente emanerà un’ordinanza che coinvolge l’intera provincia di Brescia e i comuni di Viadanica, Predore San Martino, Sarnico, Villongo, Credaro, Castelli Calepio, Gandosso e Soncino istituendo una zona arancione rafforzata. La zona arancione rafforzata prevede, oltre alle classiche limitazioni da zona arancione, anche la chiusura delle scuole elementari, asili e nidi; il divieto di spostamento nelle seconde case; l’utilizzo mascherine chirurgiche sui mezzi di trasporto e la chiusura delle attività universitarie in presenza.

Balza agli occhi la situazione in provincia di Brescia, che ha un’incidenza di contagi doppia rispetto alle altre province –  ha aggiunto  Guido Bertolaso -. Ci troviamo di fatto di fronte alla terza ondata di diffusione della pandemia. È su questo punto che dobbiamo intervenire immediatamente. Al contrario dei normali cittadini fra il personale sanitario e gli anziani delle Rsa i contagi non si sono verificati perché sono stati sottoposti a vaccinazione, anche coloro che hanno ricevuto solamente la prima dose di vaccino.

Cambia (in parte) il piano vaccinale

Per questa ragione è stata decisa anche una parziale rimodulazione della campagna vaccinale. «Abbiamo chiesto al Ministero la rimodulazione delle schedule vaccinali in modo da prevedere o la somministrazione di una sola dose – specifica Moratti – o il posticipo di sei mesi per la sua somministrazione, ipotesi validata da esperienze in corso in altri Paesi. Questo ci permetterebbe di avere maggiore disponibilità di vaccino che ad oggi è una risorsa scarsa».

Sentito il parere del Cts nazionale e altri esperti Bertolaso ha anche annunciato nuove contromisure per contenere la diffusione del contagio. In particolare, per mitigarne la diffusione saranno vaccinati prioritariamente i residenti dei comuni limitrofi alle zone più colpite. Si tratta di una platea di circa 120 mila abitanti, che saranno vaccinati a partire da giovedì (25 febbraio).

Verrà comunque data priorità a tutti gli over80 della Lombardia.

«L’arma più efficace e l’unica è il vaccino, ne abbiamo un certo quantitativo e purtroppo non sono sufficienti – evidenzia il consulente di Regione Lombardia -. Sulla base di esperienze internazionali, vaccineremo i territori maggiormente colpiti per ridurre l’incidenza della malattia e il numero di ospedalizzazioni. Utilizzando anche soltanto una singola dose. Questo non significa che non effettueremo i richiami, ma che è possibile allungare i tempi della somministrazione della seconda dose».

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