Violenza sulle donne raccontata attraverso storie, vestiti e fotografie
I racconti di donne vittime di violenza e le immagini dei vestiti che indossavano. Provocazioni per abbattere stereotipi che a volte sembrano diventare giustificazioni.
E' stata inaugurata sabato pomeriggio la mostra "Com'eri vestita?", un'esperienza visiva ed emozionate che racconta la violenza sulle donne attraverso storie, vestiti e fotografie.
No alla violenza sulle donne
Il 25 novembre ricorre la Giornata internazionale contro la violenza di genere e il Comune di Pioltello ha deciso di dare un segnale forte attraverso una mostra davvero particolare. Sabato 9 novembre è stata inaugurata l'esposizione "Com'eri vestita?" realizzata presso i locali della biblioteca di piazza dei Popoli in collaborazione con i ragazzi della IIB del Professionale Socio sanitario del Machiavelli, su progetto dell'associazione Libere sinergie e dell'Università del Kansas.
Una domanda che ferisce
Il titolo della mostra è emblematico. Perché "Com'eri vestita?" è una domanda che sottende a un pregiudizio, che a volte, per qualcuno, può essere giustificazione delle violenze che vengono compiute ai danni di ragazze e donne. Lo hanno raccontato le stesse vittime di come questo interrogativo venga rivolto più volte loro aumentando il dolore della violenza già subita. La mostra mira a proprio a combattere questo stereotipo, a far capire come non sia l'abito la causa scatenante delle violenze.
Insieme al centro Viola
Presente all'inaugurazione il sindaco Ivonne Cosciotti insieme all'assessore alla Cultura e alle Pari opportunità Jessica d'Adamo che fortemente ha voluto questa mostra. Lo stesso assessore si è soffermata a leggere una delle storie delle vittime di violenza raccontate nei pannelli emozionando il pubblico presente. Per l'occasione sono state invitate anche le referenti del centro antiviolenza Viola, realtà che da alcuni anni opera nell'area dell'Adda Martesana proprio per contrastare questi fenomeni e garantire un appoggio sicuro alle vittime delle violenze. "Non esiste una ricetta unica per contrastare questi fenomeni, occorre operare come una squadra partendo proprio dai ragazzi - ha spiegato Lorena Trabattoni, referente del centro - la mostra di oggi è un'occasione importantissima per promuovere la cultura del rispetto di genere".
La mostra
I pannelli sono stati realizzati abbinando a ogni storia di violenza gli abiti con cui era vestita la donna quando li ha subiti. Per l'occasione, poi, grazie al contributo del fotografo Massimo Giuffrida si sono aggiunti degli scatti di studentesse e studenti del Machiavelli che hanno riprodotto le scene narrate nelle storie caricando ancor di più il pathos della mostra. Attraverso dei Qr code, poi, è possibile anche ascoltare la testimonianza delle donne violentate dalla loro voce. La mostra è visitabile gratuitamente presso i locali della Biblioteca Manzoni e resterà aperta sino al 26 novembre negli orari di servizio della struttura. Un'occasione da non perdere assolutamente.