Vendevano patenti facili anche nel Milanese: 15 arresti, sgominata la banda di falsari
I membri della banda falsificavano documenti, ma trovavano anche il modo per suggerire le risposte durante gli esami
Centinaia di automobilisti che circolano con patenti false. Questa la segnalazione avanzata dalla Polizia Stradale di Bergamo che ha permesso di fare luce su un prolifico mercato di documenti di circolazione falsi che ha coinvolto più provincie di Milano, tra cui la Città metropolitana. E come raccontato dai colleghi di PrimaBergamo, dietro questo fiorente mercato c'era una banda della Bergamasca.
Le indagini della Procura di Bergamo
Quindici gli arrestati emessi dalla Procura di Bergamo e portati a termine dalle Forze dell'Ordine, tutti con precedenti. Quattro finiti in carcere, in via Gleno, a Bergamo. Gli altri ai domiciliari. Per tutti l'accusa è associazione a delinquere con la finalità di falso, sostituzione di persona, falsa attestazione a pubblici ufficiali sull'identità, contraffazione di documenti, falso ideologico di attestazioni nelle relazioni mediche.
L'organizzazione era composta da egiziani, indiani e pakistani. Radicata in Bergamasca, ma agiva operativamente anche altre province del centro e del Nord Italia (Brescia. Lecco, Varese, Lodi, Arezzo, Como, Treviso, Firenze, Novara, Sondrio e Milano). Il capo della banda, un pakistano in Italia da tempo e con precedenti per sostituzione di persona. Era lui che faceva girare l'intera organizzazione. Coordinava procacciatori di clienti, suggeritori all'esame, esperti informatici e un falsario della provincia di Milano.
Il modus operandi dell'organizzazione era «molto sofisticato, con l'utilizzo di mezzi tecnologici di ottima fattura», ha spiegato il procuratore aggiunto Maria Cristina Rota, affiancato dal dirigente della Polizia di Stato Carlotta Gallo, e dal comandante della Polizia Stradale Mirella Pontiggia che hanno effettuato le indagini.
Come agiva l'organizzazione
In pratica, gli esami della patente in Motorizzazione venivano "falsati" in due modi diversi. Il primo attraverso sostituti dei reali candidati. Membri dell'organizzazione particolarmente preparati che si presentavano all'esame al posto del candidato vero, con documenti contraffatti nella fotografia. Una volta passato l'esame, poi il candidato reale denunciava lo smarrimento della patente, che nel giro di poco tempo veniva sostituita con una a lui intestata, stavolta vera.
L'altro metodo utilizzato è quello di microcamere, microfoni e ricetrasmittenti fatti indossare ai candidati, guidati da un suggeritore esterno. A Brescia è accaduto che gli aspiranti passassero indenni il metal detector e i sensori di rilevazione, grazie all'intervento di un controllore compiacente della Motorizzazione stessa, che spegneva gli apparati di verifica al loro passaggio. L'uomo si trova agli arresti domiciliari.
L'approntamento della documentazione necessaria per presentarsi all'esame veniva effettuato attraverso un'autoscuola e un'agenzia di pratiche automobilistiche con sede in Bergamasca. La prima coinvolta come procacciatrice di clienti, la seconda inserita a pieno titolo nell'organizzazione. Ai clienti veniva offerto un "pacchetto servizi" dal costo variabile fra i due e i quattromila euro, a seconda che si trattasse di un suggerimento da remoto oppure della più rischiosa sostituzione di persona. Sequestrati, in via preventiva, 100mila euro che l'organizzazione aveva nella sua disponibilità. Fra i procacciatori c'era anche un italiano di origine rom.
A loro la Polizia è arrivata dopo un'indagine partita nel luglio 2022. A far scattare gli accertamenti sono stati i documenti, risultati poi falsi, lasciati erroneamente sul tavolo d'esame da uno dei candidati. La polizia locale ha chiesto verifiche e da qui è stato scoperchiato il vaso di Pandora dell'illegalità. Dopo appostamenti fuori dalle agenzie coinvolte, in cui si segnalava uno strano via vai di stranieri, e controlli ripetuti (ivi comprese intercettazioni ambientali nelle auto degli indagati), la notte scorsa è scattato il blitz della Polizia di Stato e della Stradale con i provvedimenti di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari. L'operazione è stata denominata "Trasformers".
L'allarme: gente con patente contraffatta sulle strade
Per il momento le indagini hanno portato all'individuazione di quaranta candidati che, attraverso l'organizzazione, hanno conseguito la patente. Sono stati denunciati all'autorità giudiziaria. Per loro è scattata la revoca della patente. Ma le indagini, ha precisato il comandante Pontiggia, non sono ancora terminate. «Quello che abbiamo fatto emergere - ha aggiunto il procuratore Rota - è un fenomeno preoccupante dal punto di vista sociale. Ci sono sulle strade decine e decine di persone, forse più, senza titolo per circolare in macchina, che potrebbero provocare pericolosi incidenti».