Una folla commossa ai funerali del tranviere di Atm morto dopo un pranzo con i colleghi
Il sacerdote nell'omelia ha ricordato la sua generosità e il suo servizio in parrocchia. Poi ha cercato di consolare la madre, rimasta sola
Sgomento e commozione ieri, giovedì 22 maggio 2025 a Melzo, dove si sono tenuti i funerali di Davide Teruzzi, 50 anni, deceduto l'11 maggio all'ospedale San Raffaele dopo avere mangiato in un ristorante a Milano ed essersi sentito male.
La tragedia
Teruzzi, tranviere dipendente di Atm da 25 anni, domenica 4 maggio era di turno sul suo tram. Con la mensa chiusa, insieme ai colleghi si era recato a mangiare in uno dei ristoranti convenzionati, in zona Stazione Centrale. Un risotto e della frittura di pesce, poi il malore. Di lì il primo ricovero al Santa Maria delle Stelle, dove era rimasto una notte per essere dimesso a seguito degli esami che, per i medici, non presentavano problematiche particolari.
Pochi giorni dopo, mercoledì, un nuovo malore e stavolta la corsa in ambulanza era stata al San Raffele dove era stato ricoverato. Ma per lui non c'era stato più niente da fare.
Un uomo buono
Amato da tutti, "Davidone", come lo chiamavano gli amici, viveva con la mamma Emilia Cirillo, classe 1947, da quando era mancato il padre, in un appartamento poco distante dal centro. Era stato volontario della parrocchia Sant'Alessandro, dedicandosi in particolare alla Radio Ok.
Una folla ai funerali
Le esequie sono state celebrate ieri, giovedì, nella chiesa del Sacro cuore di Melzo, gremita di persone, tanto che alcuni non sono riusciti a entrare. Davvero tanti erano i colleghi di Atm, molti in divisa, accorsi per porgere un ultimo saluto a quello che prima di essere un collega era un amico, per il suo carattere buono e gentile. Tra loro c'era anche l'ispettore del suo deposito.
In prima fila la mamma, straziata dal dolore al quale si è rivolto in particolare il sacerdote durante l'omelia con parole di conforto e vicinanza, per il fatto che è rimasta sola. E l'ha invitata a trovare consolazione nella speranza che dà la fede nel Risorto.
Ricordo la sua generosità, il suo servizio per la parrocchia e in oratorio. Una persona buona, un grande lavoratore, appassionato di treni e tram. Sempre presente in chiesa.
Una morte difficile da accettare, che ha interrotto bruscamente legami, affetti e che gli ha impedito di andare avanti a portare il suo generoso aiuto dove c'era bisogno. Al termine la bara, bianca, è stata portata fuori per il suo ultimo viaggio nel silenzio commosso dei presenti, tra lacrime e nodi in gola.

Galleria fotografica Rino Picariello







