Sembrava una mattina come tante a Cernusco sul Naviglio il 4 settembre 2024. Invece in via Besozzi davanti alla palestra Testudo fu segnalata una colluttazione tra due persone che erano appena uscite dall’impianto sportivo ed erano salite in auto.
Una era Andrea Beretta, cernuschese, capo storico della Curva Nord dell’Inter. Lui uscì dalla vettura molto agitato. L’altro era Antonio Bellocco, rampollo dell’omonima famiglia ndranghetista ed emigrato al Nord proprio per scalare i vertici del tifo neroazzurro. Lui rimase sulla Smart con targa svizzera con cui era andato a prendere Beretta, vittima delle coltellate che gli aveva inferto il rivale.
I 19 arresti della Procura
Beretta fu arrestato, ma nulla faceva immaginare che sarebbe stato il primo di altri 18 esponenti di primo piano del tifo organizzato non solo dell’Inter, ma anche del Milan, per cui la Procura di Milano dispose la custodia cautelare meno di un mese dopo. Era l’inchiesta “Doppia curva”.
Seguirono la decisione di Beretta di collaborare con le rivelazioni sul sistema di controllo dei biglietti, dei parcheggi e persino su un cold case che era rimasto irrisolto, l’omicidio dell’ex boss del curva Vittorio Boiocchi. La sentenza di primo grado è stata emessa a maggio.
La sentenza
Dieci anni anche per Luca Lucci (boss della Sud) di Cologno Monzese e otto a Marco Ferdico di Carugate (della Nord). Sempre nella Nord sei anni a Cristian Ferrario (cernuschese residente a Cambiago), a Gianfranco Ferdico (di Carugate) e Matteo Norrito (di Cernusco) 4 anni e 8 mesi e a Mauro Nepi (di Carugate) 4 anni.