Ucciso con 20 coltellate: l'ombra della mafia turca dietro l'omicidio
Ha un nome e un volto la vittima del delitto di Sesto San Giovanni: Hayati Hayim Aroyo, 62 anni, è il cognato di un boss ucciso a Crotone nel 2005

Ha un nome e un volto la vittima dell'omicidio di Sesto San Giovanni, prima ucciso con più di 20 coltellate e poi abbandonato nell’appartamento di via Umberto Fogagnolo, dato alle fiamme nel tentativo di nascondere le tracce.
Identificata la vittima dell'omicidio
L’autopsia sulla salma rinvenuta in un appartamento nella notte tra il 23 e il 24 luglio 2025 ha permesso di identificare Hayati Hayim Aroyo, un 62enne turco: un omicidio che pare non essere legato alla criminalità organizzata, sebbene la storia della vittima in qualche modo si intrecci con una storia di criminalità.
L'ombra della mafia turca
Aroyo era, infatti, il cognato di Huseyun Saral, che fu ucciso a Crotone il 31 gennaio 2005 mentre si trovava in un’auto proprio guidata dal marito della sorella. Saral guidava un’organizzazione criminale, i "Sarallar", che si contrapponeva a quella che fece capo in seguito al boss curdo Baris Boyun, arrestato nel 2024 dall'Antiterrorismo milanese.
Nell’appartamento dato alle fiamme Aroyo si trovava temporaneamente, ospite di uno studente ventenne che si era assentato da Milano per le vacanze.
Le venti coltellate e il ritorno per appiccare l'incendio
Probabilmente conosceva il suo assassino che gli ha inferto oltre 20 coltellate e che poi è uscito per tornare nell'appartamento e appiccare il fuoco: alcuni vicini di casa hanno raccontato di aver sentito le urla del 62enne e di aver visto una persona uscire e rientrare dopo mezz'ora. Poi le fiamme e l'intervento dei Vigili del fuoco e della Polizia di Stato.
Tutta la vita di Hayati Haym Aroyo stava in due valigie. Bagagli che non aveva neppure disfatto in quel monolocale di via Fogagnolo dove prima è stato colpito a morte con oltre venti fendenti per poi essere avvolto dalle fiamme appiccate proprio per nascondere il delitto. L’uomo era arrivato da poco nell’abitazione.
Aprendole, gli agenti della Squadra mobile hanno trovato le pagine di giornale che hanno permesso di aggiungere tasselli alla sua identità, al momento non ancora ufficiale per la Procura di Monza che coordina le indagini per omicidio, svelando il legame con il boss turco ammazzato a Crotone venti anni fa.