Strage di Erba morto Carlo Castagna

Nella strage perso moglie, figlia e nipote. La sua storia aveva scosso e commosso l'Italia.

Strage di Erba morto Carlo Castagna
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E’ morto Carlo Castagna, 75 anni, l’uomo che nel 2006 perse la moglie, la figlia e il nipote nella strage di Erba.

La strage di Erba

Nella casa degli orrori di via Diaz hanno perso la vita quattro persone e una quinta è rimasta gravemente ferita. Due famiglie distrutte. Raffaella Castagna, il piccolo Youssef Marzouk, Paola Galli, rispettivamente una giovane madre, suo figlio e la nonna di quest’ultimo. Tutti appartenenti alla famiglia Castagna, molto conosciuta in paese per l’attività del padre Carlo, che, insieme ai figli Pietro e Giuseppe, gestiva un’azienda di mobili molto rinomata, la “Cast&Cast”, con sedi a Erba, Cantù e Como. Quindi Valeria Cherubini e Mario Frigerio, i due vicini di casa che sono rimasti coinvolti nell’eccidio. Rientravano da una passeggiata con il cane, forse hanno sentito delle grida di aiuto. Mario Frigerio, presente sul luogo, si è salvato perché creduto morto dagli assalitori. Dopo la sua testimonianza in manette finirono Olindo Romano e Rosa Bazzi, che ancora oggi si trovano in carcere. Condonnati all’ergastolo hanno cercato di far riaprire il caso tramite la Corte d’Appello, tentativo che però è stato vano.

Addio a Carlo Castagna

Da sempre convinto della colpevolezza di Rosa Bazzi e Olindo Romano, nonostante loro, più volte, si siano professati innocenti, Carlo aveva confessato di averli perdonati grazie alla sua fede cristiana. Già nel 2007, solo un anno dopo la strage, riuscì a dire: “Come si fa a non perdonare? Con l’odio non si va da nessuna parte”. Oggi la famiglia Castagna deve purtroppo piangere per un’altra perdita.

Quella casa assegnata alla Caritas

Dalla morte alla vita. La casa di via Diaz, teatro della strage di Erba, nel 2016 Carlo aveva deciso di darla alla Caritas. Un comodato d’uso a titolo gratuito che ha permesso all’organizzazione cattolica di aiutare tante persone in difficoltà. “Ricordo che due giorni dopo la tragedia, nel 2006, andai in chiesa da don Antonio Paganini per manifestare la volontà di concedere la casa alla Caritas perché questo bene aveva subìto un oltraggio che andava vinto – aveva spiegato Castagna al Giornale di Erba – Fino al 2010, però, non ho potuto fare nulla: l’appartamento era a disposizione del Tribunale perché i legali della difesa hanno chiesto di effettuare delle perizie. Una volta tornata in nostro possesso, abbiamo effettuato i lavori di ristrutturazione per sistemare la casa e 6 anni fa l’abbiamo data alla Caritas gestita da donEttore Dubini affinché provvedesse ad assegnarla a chi ne ha bisogno davvero. La bella notizia è che ora lì vive una coppia della Nuova Guinea che darà alla luce un figlio. L’appartamento si trasformerà e diventerà il simbolo di un gesto di luce e non di morte”. Carlo Castagna ha sempre creduto che ci potesse essere la possibilità di fare del bene anche di fronte a una strage che gli ha portato via la figlia, la moglie e il nipotino. “L’11 dicembre del 2016 in via Diaz c’erano le tenebre, presto finalmente potremo dire che rivedremo il sole – aggiunge Carlo Castagna – Per altri tre anni la casa di Raffaella resterà a disposizione della Caritas di Erba. Poi, una volta che la nipote designata per l’eredità potrà disporre del bene, la scelta competerà a lei. Io mi auguro che decida di lasciare l’appartamento alla Caritas perché in tutto questo tempo abbiamo aiutato molte persone”.

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