La sentenza

Steflor, tre condanne per abusi edilizi

Chiuso il processo di primo grado. Il Comune di Vimodrone si era costituito parte civile

Steflor, tre condanne per abusi edilizi
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Steflor, tre condanne per abusi edilizi. Chiuso il processo di primo grado. Il Comune di Vimodrone si era costituito parte civile.

Steflor, tre condanne per abusi edilizi

Tre condanne per abusi edilizi e violazione delle norme ambientali, che il giudice monocratico del Tribunale di Monza Marco Formentin ha comminato ad altrettanti imputati finiti alla sbarra per il "caso Steflor", l’azienda florovivaistica di via Pio La Torre,a Vimodrone, che si affaccia sulla Padana, chiusa (e sequestrata in parte) nel 2017, pochi giorni dopo l’inaugurazione. A Stefano Busatti (che è anche titolare dell’omonimo centro per il giardinaggio di Paderno Dugnano, nel Milanese) sono stati inflitti tre anni e otto mesi di pena, oltre al pagamento di una multa pari a 22.500 euro. Stessa sorte per Emiliano Cattaneo, architetto, progettista e direttore lavori del punto vendita cittadino. Al terzo imputato (Andrea De Carli, legale rappresentante dell’azienda responsabile del cantiere "incriminato") sono invece andati due anni, tre mesi e quindici giorni, con una sanzione di 11.250 euro.

Il Comune si era costituito parte civile

Non solo. All’Amministrazione comunale di Vimodrone (che si era costituita parte civile nel procedimento penale aperto a Monza) dovranno essere versati 10mila euro, come provvisionale. Per Busatti e Cattaneo il giudice brianzolo ha disposto anche l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, oltre a quella dalla professione (per due mesi) per il solo architetto. Una vicenda lunga, annosa e complicata quella legata a Steflor, che ha animato le cronache locali e attorno alla quale sono arrivati a essere aperti ben sei procedimenti giudiziari, tra penale (ora concluso, in primo grado) e amministrativi.

Le accuse della Procura di Monza

Secondo l’accusa e il pm titolare delle indagini Michele Trianni (della stessa opinione il Municipio firmatario delle ordinanze di demolizione più volte impugnate dalla controparte), l’azienda avrebbe dovuto realizzare nell’area in questione solo delle serre per la vendita di prodotti agricoli coltivati in loco. Invece sorse un centro per il giardinaggio del tutto similare a quello di Paderno, con 45mila metri quadrati complessivi e un parcheggio di altri 10mila. Il tutto, secondo quanto riportato dalla sentenza emessa in questi giorni, non rispettando la normativa in materia e le possibilità concesse dal Piano di governo del territorio cittadino. Emersero poi anche delle difformità tra il realizzato e quanto invece inserito nel progetto messo agli atti in Comune.

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