Carabinieri

Spaccio di droga milionario e traffico di armi da guerra, trenta persone in manette

vasta operazione contro una banda che operava a livello internazionale con base tra il Nord Milano e il Monzese

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Trenta persone sono state raggiunte dai provvedimenti di misura cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Milano nell'ambito di una vasta operazione contro lo spaccio di droga. L'operazione, chiamata Crypto, è stata messa in atto dai Carabinieri della Compagnia di Monza coordinati dalla Dda (la Direzione distrettuale antimafia) di Milano. La banda è anche accusata di illecita detenzione, porto e cessione di armi comuni da sparo e da guerra, riciclaggio e autoriciclaggio.

Traffico di droga da milioni di euro

Lo stupefacente proveniva dal Sud America (prevalentemente dall’Ecuador) e dalla Spagna ed approdava celato nei container nel porto calabrese di Gioia Tauro per giungere in buona parte a Milano, dove l’associazione aveva base operativa.

Qui uno dei principali indagati si occupava di mantenere tutte le relazioni criminose. L’inchiesta ha portato alla luce compravendite di stupefacenti per un totale di 3.051 chilogrammi di hashish (del valore alla vendita di circa 12 milioni di euro) e 374 chilogrammi di cocaina (del valore alla vendita di circa 11 milioni di euro).

Compravendita di armi

Contestualmente è emerso anche un commercio di armi da fuoco comuni e da guerra (mitragliette Uzi, fucili da assalto Ak47, Colt M16, pistole Glock e Beretta, nonché bazooka e bombe a mano Mk2 “ananas”).

Gli indagati acquistavano le armi da un fornitore monzese, condannato all’ergastolo per omicidio aggravato ed associazione mafiosa, ma beneficiante di periodici permessi premio durante i quali sviluppa le intermediazioni per le armi.

Indagini dal 2020

Le indagini, iniziate nell’estate del 2020, sono state portate avanti con il ricorso a servizi di pedinamento ed osservazione sul campo, resi indispensabili dall’utilizzo quasi esclusivo dei telefoni criptati da parte degli indagati (da cui il nome dell’operazione), oltre all’attivazione di intercettazioni ambientali e video anche nei luoghi abitualmente frequentati dagli indagati.

È emerso come un commerciante di auto usate di Cusano Milanino, avrebbe operato come broker gestendo l’ingresso e la commercializzazione di enormi quantitativi di droga nel territorio nazionale, con la complicità ed il supporto di appartenenti ad una nota famiglia di ‘ndrangheta da tempo operante anche in Lombardia (Bellocco di Rosarno).

La droga veniva acquistata all’ingrosso per essere smerciata sulle piazze di spaccio presenti in Quarto Oggiaro, Cinisello Balsamo e Monza. È stato necessario effettuare un pedinamento transfrontaliero attivo da parte dei Carabinieri in Francia e Spagna, nelle città di Nizza, Marsiglia, Barcellona e Valencia.

Nel febbraio 2021, in periodo dell’emergenza pandemica, infatti, personale del Nucleo Investigativo ha seguito alcuni degli indagati in un viaggio in auto in Spagna (in pieno lockdown) per gestire personalmente l’acquisto del narcotico da alcuni fornitori.

Le comunicazioni criptate

L’indagine ha poi ottenuto un rapido sviluppo con l’acquisizione delle chat di dialogo tra gli indagati (messaggistica, audio, foto e video) estratte in chiaro dalla piattaforma Sky-Ecc (su cui operano i telefonini criptati) nel corso di una pregressa operazione internazionale di polizia coordinata da Europol che ne aveva abbattuto le barriere di codifica informatica.

L’analisi della grande quantità di informazioni ottenute incrociate con le intercettazioni e le osservazioni sul terreno raccolte da parte dei Carabinieri di Monza, ha permesso quindi di arricchire ed irrobustire il quadro accusatorio. In particolare gli indagati, convinti dell’inespugnabilità del mezzo di comunicazione criptato, si esprimevano con i loro telefoni “sicuri” in forma esplicita, condividendo fotografie dei pacchi di droga e delle armi trafficate, dettagli di occultamento nei container e contrattando attraverso la messaggistica i prezzi delle vendite. Gli indagati non mancavano di complimentarsi e festeggiare al buon esito dei loro traffici.

Gli orologi di lusso

Parte degli ingenti guadagni del traffico di droga, venivano reinvestiti in orologi di lusso presso una nota gioielleria del centro di Milano, beni immobili residenziali, attività commerciali, oltre che l’acquisto di nuovi carichi di droga.

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