Tribunale

Sfregiata con una tazzina da caffè, vicina di casa a processo

Il racconto in aula dell'aggressione. L'imputata ha anche pesantemente minacciato la figlia adolescente della vittima

Sfregiata con una tazzina da caffè, vicina di casa a processo
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Prima le aveva rotto una tazzina di caffè sulla fronte. Poi, con uno dei cocci, le aveva sfregiato il viso: un profondo e lungo taglio verticale che le attraversava tutta la parte destra della faccia, suturato in ospedale con decine di punti. E che l’ha deturpata per sempre. Se non avesse avuto indosso gli occhiali avrebbe potuto riportare serie lesioni anche alla vista.

Sfregiò la vicina di casa, 48enne a processo

A distanza di poco più di due anni dalla brutale aggressione ai danni di una 48enne di Brugherio, di origini rumene ma da oltre 25 anni in Italia, avvenuta nel cortile di casa ai primi di ottobre del 2022, è entrato nel vivo il processo, al Tribunale di Monza, che vede come imputata una sua coetanea e dirimpettaia, italiana, autrice del ferimento e che ora deve rispondere delle accuse di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso (introdotto nel 2019) e atti persecutori.

L’imputata, che viveva all’epoca dei fatti nell’appartamento accanto a quello della vittima, allora era sottoposta agli arresti domiciliari. Non si sarebbe dovuta allontanare dalla sua casa. E invece assalì l’altra 48enne nel giardino del palazzo. Da qui anche l’imputazione di evasione. A seguito dell’aggravamento della misura richiesto dai Carabinieri, per lei si erano poi aperte le porte del carcere.

I rapporti deteriorati tra le due donne

Alle spalle c’erano i rapporti tra le due che via via, negli ultimi mesi, si erano notevolmente deteriorati. Tutto era nato pare quando la vittima protestò con la controparte quando sentì il cane di quest’ultima piangere e guaire. Da quel momento la situazione era degenerata, con denunce di minacce, rivolte anche alla figlia minorenne della vittima, fino ad arrivare all’aggressione che sancì il culmine della vicenda.

Il racconto dell'aggressione

"Stavo rincasando, quando mi ha visto e mi è venuta incontro - ha spiegato la parte lesa, che si è costituita parte civile assieme alla figlia - Aveva una tazzina di caffè in mano: mi ha afferrato i capelli, poi me l’ha spaccata sulla faccia. Mi aveva già tagliato il viso quando siamo finite tutte due a terra: non riuscivo in alcun modo a liberarmi. A quel punto, nonostante avessi già la faccia sanguinante, l’ho morsa a un polpaccio".

Novanta punti di sutura

Trasportata al San Gerardo di Monza, alla 48enne vennero applicati novanta punti di sutura, tra interni ed esterni. Ha perso la sensibilità alla parte del viso interessata dal gravissimo trauma.
Nei giorni scorsi la donna, presente in aula, ha ripercorso quei drammatici momenti. "Inizialmente i rapporti erano buoni - ha spiegato - Poi una notte era venuta alle 2 a bussare alla porta perché voleva un caffè e una sigaretta".

C’era stato poi l’episodio dei guaiti del cane, in un crescendo di minacce pesanti che avevano riguardato anche la figlia adolescente.

Le pesanti minacce alla figlia della vittima

"Da allora ha iniziato a insultarmi e minacciarmi dicendo 'ti butto l’acido in faccia', 'in cantina ho una pistola', 'ti ammazzo quando voglio' e 'ti faccio violentare tua figlia'".

La ragazzina verrà sentita in Tribunale in occasione della prossima udienza del processo. A testimoniare, intanto, sono stati anche alcuni vicini di casa, che hanno ammesso come nel palazzo fosse circolata una lettera, sottoscritta dagli inquilini, con la quale si chiedeva l’allontanamento di colei che poi sarebbe diventata l’assalitrice.

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