Sadomasochista sì, stupratore no: assolto ingegnere di Brugherio
La fidanzata durante le udienze ritirò la denuncia. E secondo la legge Cartabia era rimasta in piedi solo l'accusa procedibile d'ufficio
Assolto dall’imputazione di violenza sessuale l’ingegnere 48enne di Brugherio arrestato due anni fa con l’accusa di aver abusato della sua compagna dopo averla narcotizzata con dei sedativi. La sentenza è stata emessa dal Tribunale di Monza venerdì 3 marzo 2023.
La richiesta del Pm
Nei confronti dell’uomo pesava una richiesta di condanna a nove anni di reclusione, nonostante la parte offesa, durante l’istruttoria, avesse ritirato la denuncia. L’accusa però aveva considerato la violenza avvenuta in regime di minorata capacità, a causa dell’assunzione di benzodiazepine, e per questo motivo aveva insistito nella condanna.
Gli effetti della legge Cartabia
Caduti anche altri reati contestati al 48enne, come il sequestro di persona, per mancanza della querela. Effetto, quest’ultimo, dell’introduzione della legge Cartabia (mentre il reato di violenza sessuale è procedibile d’ufficio).
L'arresto dei Carabinieri due anni fa
Al momento dell’arresto da parte dei Carabinieri di Brugherio, in casa dell’uomo era stato trovato un corredo di catene, cavigliere, collari e altri oggetti per pratiche sadomaso. A chiamare i militari erano stati i vicini, allarmati dalle urla. Questi avevano trovato la donna - coetanea dell’imputato - legata al letto, visibilmente stordita dall’assunzione di benzodiazepine e con molti lividi sul corpo. Per l’uomo, per il quale, all’epoca, stava già per essere eseguita un’ordinanza in carcere per la denuncia dell’ex coniuge (vicenda per la quale è già stato condannato a quattro anni), era scattato l’arresto in flagranza.
L'assunzione di farmaci
Sulla circostanza dell’assunzione di farmaci, ha ammesso di essere stata indotta dall’uomo ad assumerli, ma senza ricordare quando e con che modalità. La vittima aveva raccontato ai militari di essere in balia di quel partner conosciuto poco più di un mese prima, che avrebbe avuto l’abitudine di stordirla facendole assumere medicinali, e che, in quelle condizioni, l'avrebbe costretta a subire rapporti sessuali sadomaso che lo stesso filmava.
La ritrattazione
Proprio per cercare di convincerlo a non diffondere quelle immagini, era tornata da lui il 29 marzo di due anni fa, e il copione si era ripetuto. Quel giorno, tuttavia, l’uomo (difeso dall'avvocato Franco Balconi) la avrebbe chiamata per ricattarla: "Vieni qui, altrimenti rendo pubblico il tuo video". In Tribunale, però, la donna ha ritrattato le accuse, parlando di "rapporti estremi, ma consenzienti". Secondo il pm Flaminio Forieri il consenso della donna, viziato dall'assunzione di farmaci, non era libero, e perciò ha chiesto la condanna. Tesi, però, che il Tribunale di Monza non ha accolto.