Riciclaggio e reati tributari per favorire la cosca di 'ndrangheta: scatta il sequestro preventivo
Nei guai un soggetto già condannato in primo grado dal Tribunale di Catanzaro per il delitto di cui all’art. 416-bis
Operazione di servizio, condotta dal Nucleo P.E.F. Milano e dalla Compagnia di Gorgonzola, che ha portato all’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo relativo al patrimonio nella disponibilità di un soggetto connotato da pericolosità sociale di tipo “qualificata” in quanto condannato in primo grado dal Tribunale di Catanzaro per il delitto di cui all’art. 416-bis c.p. ed imputato per riciclaggio e reati tributari aggravati dal fine di agevolare la ‘ndrangheta.
Riciclaggio e reati tributari per favorire la cosca di 'ndrangheta: scatta il sequestro preventivo
La Guardia di Finanza di Milano sta eseguendo un decreto di sequestro preventivo emesso dal Tribunale di Milano — Sezione Autonoma Misure di Prevenzione nei confronti di un soggetto imputato per riciclaggio e reati tributari, aggravati dal fine di agevolare un’associazione di stampo mafioso, già condannato in primo grado dal Tribunale di Catanzaro per il delitto di cui all’art. 416-bis c.p.
Gli accertamenti, condotti dai militari del Nucleo P.E.F. — G.I.C.O. di Milano e della Compagnia di Gorgonzola, coordinati dalla D.D.A., traggono origine dalla valorizzazione degli esiti giudiziari di precedenti attività investigative svolte nei confronti del proposto, ritenuto al vertice di un sodalizio criminale dedito alla commissione di plurimi reati tributari e fallimentari nonché a condotte di illecita somministrazione di manodopera, che avrebbero generato proventi poi confluiti verso una cosca di ‘ndrangheta alla quale il proposto è legato da vincoli familiari.
Le indagini economico-finanziarie sviluppate ai sensi del Codice Antimafia hanno consentito di rilevare, nell’arco temporale interessato dalla manifestazione della pericolosità sociale, una sensibile sproporzione tra i redditi dichiarati dal soggetto proposto e il suo tenore di vita.
In particolare, è stato accertato l’acquisto e il possesso di immobili ubicati a Milano e provincia, nonché di disponibilità liquide su conti correnti, incompatibili rispetto alle disponibilità lecite attribuibili al nucleo familiare, per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro.
Sono attualmente in corso le operazioni di immissione in possesso dei beni sequestrati all’amministratore giudiziario nominato dalla Sezione Autonoma Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano.