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Rave di Spino d'Adda, la politica si interroga e attacca

"Mentre il Governo chiude le discoteche, la Prefettura permette un ammassamento di 1.500 persone che dura da giorni".

Rave di Spino d'Adda, la politica si interroga e attacca
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Mentre il rave party in corso a Spino d’Adda comincia a svuotarsi, la politica italiana si interroga sui motivi del lassismo della Prefettura.

Rave party a Spino, De Corato contro la Prefettura

"Da una parte la recente ordinanza del governo con la quale vengono chiuse le discoteche per evitare assembramenti che favorirebbero la diffusione del Coronavirus, dall’altra un rave party con 1.500 partecipanti provenienti da tutta Europa che continua indisturbato da oltre tre giorni nel Cremonese”. Così l’assessore regionale alla sicurezza, immigrazione e polizia locale, Riccardo De Corato, in merito al rave  in corso dalla sera di venerdì fra il fiume Adda e le cascine Gamello e Ca’ Nova, a  Spino.

 

“Quanto sta accadendo in queste ore è gravissimo. Un serio pericolo per la salute dei partecipanti e per quella pubblica. Secondo quanto riportato dai residenti e dalla stampa locale, la Prefettura non ha sgomberato l’area lasciando che gli ‘irriducibili della musica’ potessero continuare con lo sballo nel weekend di Ferragosto, fino ad oggi”.

Le forze dell’Ordine sono state messe a presidio dell’area, non in condizioni di poter intervenire. “Oltre a ciò, si sono registrati diversi interventi di ambulanze per numerosi partecipanti che si sono sentiti male” continua l’assessore regionale.

L’emergenza  Covid e i 1500 ravers ammassati

“Questo rave illegale è già durato troppo – ha concluso l’assessore, rivolgendosi poi direttamente alla Prefettura di Cremona – La Prefettura liberi immediatamente la zona ed il Questore di Cremona proceda con il foglio di via per tutte le 1.500 persone ammassate per ore per partecipare al rave party, proprio come fatto dal questore di Mantova lo scorso ottobre per una situazione analoga occorsa a Serravalle Po. Mi auguro che questo provvedimento venga applicato anche – conclude De Corato – in risposta all’aggravante del mancato rispetto delle misure a contrasto della diffusione del virus” .

La voce della Lega

L’onorevole cremasca della Lega, Claudia Gobbato, ha espresso la sua preoccupazione per il rave party organizzato senza autorizzazione.

“Quanto sta accadendo a Spino d’Adda con circa 1.500 ragazzi ammassati da ore per un rave party è pericolosissimo per loro e per la salute pubblica, ed è potenzialmente una ‘bomba ad orologeria’ che potrebbe avere conseguenze gravissime – ha scritto la deputata in un comunicato – Situazioni che mettono in estrema difficoltà cittadini e amministrazioni inerti che nulla possono per contrastare questo fenomeno, già di per sé pericoloso, che in periodo di emergenza sanitaria da Covid-19 diventa ancora più problematico. Ricordo, che parliamo di un territorio già duramente colpito dall’epidemia che con grande sforzo e responsabilità di tantissime persone stava iniziando a rialzarsi. Presenterò un’interrogazione al Governo per chiedere come intenda far fronte a situazioni altamente pericolose come la ‘follia’ di queste ore. Parliamo di un Esecutivo che proprio in queste ore vuole chiedere le discoteche, consentendo invece rave illegali senza nessun controllo e con rischi altissimi di contagio. Tutto questo è intollerabile e qualcuno deve risponderne”.

E quella  del PD

Anche il consigliere regionale del Partito democratico Matteo Piloni è intervenuto sulla vicenda, commentando aspreamente il raduno non autorizzato

“Non è possibile una cosa del genere – ha commentato il consigliere – 1500 ragazzi per un evento non autorizzato e che dura da 4 giorni. È inaccettabile. Ma cos’hanno questi ragazzi nella testa? Capisco la voglia di divertirsi ma a tutto c’è un limite. E poi da noi, in un territorio martoriata più di altri. In un paese alle porte di Milano. E soprattutto ci sono mille altri modi per divertirsi. Non è possibile che una cosa del genere non venga interrotta. La mia più totale vicinanza all’Amministrazione comunale di Spino d’Adda e a tutti gli abitanti. Mi auguro che gli organizzatori vengano adeguatamente puniti”.

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