Prostituzione nel centro massaggi. Kyra Kole chiede i domiciliari
La dj ungherese è in carcere con l'accusa di avere gestito un vero e proprio bordello in via Amedeo Colombo. Parla il suo legale: Le ragazze erano in regola.
Kyra Kole, la dj ungherese in carcere a San Vittore dalla scorsa settimana dopo essere stata arrestata dai carabinieri nel suo centro massaggi di via Amedeo Colombo a Carate Brianza, ha presentato istanza al Tribunale del Riesame di Milano per ottenere i domiciliari. Lo ha confermato il suo avvocato Maurizio Vinciguerra, il quale ha parlato di «situazione paradossale per una persona incensurata» e di «eccessiva durezza» da parte del gip di Monza.
Kyra Kole, nome d’arte di Edyna Greta Gyorgy, 34 anni, nota in Italia per le sue partecipazioni alla trasmissione Ciao Darwin, per la collaborazione con i Gemelli Diversi e per alcuni calendari sexy, è accusata di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Secondo la Procura di Monza avrebbe avviato un’attività di massaggi e prostituzione con sette escort all’interno dei locali di via Amedeo Colombo, con un giro d’affari di circa 70mila euro l’anno.
Convinta di dare una parvenza di legalità alla sua attività, faceva aprire alle ragazze una partita Iva, come fossero state libere professioniste che le pagavano un canone di affitto mensile per le stanze. E invece, queste le accuse contestate dal pubblico ministero Carlo Cinque, tratteneva per sé la metà degli incassi, pretendendo, come una qualsiasi datrice di lavoro temuta per la sua inflessibilità, di essere costantemente informata sulla «giornata lavorativa». All’interno del centro lavoravano 7 ragazze, ucraine, italiane e marocchine, di età compresa tra i 18 e i 40 anni. Era Kole a reclutarle, tramite annunci sui giornali e sul web.
A inizio settimana Kyra Kole ha chiesto la scarcerazione.
L’avvocato della bella soubrette ha sostenuto che nel centro di Carate Brianza “le ragazze erano in regola” e che “si emettevano scontrini”. Ma non solo.
Il legale: Mai trovati preservativi
Secondo il difensore della 34enne ungherese, titolare del centro, probabilmente “qualche massaggio andava troppo oltre” ma “mai si sono consumati veri e propri atti sessuali, tanto che non sono stati trovati preservativi all’interno”. L’avvocato ha precisato anche che era la stessa Kole “a controllare le ragazze perché non andassero oltre un certo limite”.
Per questo nelle prossime ore è attesa la decisione del Tribunale che come ha spiegato Vinciguerra, ” dovrebbe adeguare la misura al profilo della persona”.