Tribunale

Pestaggio di gruppo a un omosessuale: pagano 65mila euro di risarcimento e patteggiano

Tra gli indagati anche un 26enne e un 25enne residenti a Cernusco sul Naviglio e a Cologno Monzese.

Pestaggio di gruppo a un omosessuale: pagano 65mila euro di risarcimento e patteggiano
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Pestaggio di gruppo a un omosessuale: pagano 65mila euro di risarcimento e patteggiano. Tra gli indagati anche un 26enne e un 25enne residenti a Cernusco sul Naviglio e a Cologno Monzese.

Pestaggio di gruppo: pagano il risarcimento e patteggiano

Hanno già versato un risarcimento danni pari a 65mila euro alla vittima del brutale pestaggio di gruppo: un musicista 44enne omosessuale. Un passaggio che ha aperto loro la strada al patteggiamento e alla derubricazione del reato da tentato omicidio a lesioni gravi, che porterà di conseguenza a una corposa riduzione di pena. Il tutto con il beneplacito del pubblico ministero, della Procura e della stessa parte lesa, che riportò le fratture dell’orbita e dell’osso temporale sinistro, oltre al distacco del lobo di un orecchio. Senza tralasciare gli strascichi psicologici. Per i danni fisici gli vennero riconosciuti cinquanta giorni di prognosi. Questa la conclusione giudiziaria della vicenda che aveva visto protagonisti (in negativo) anche il 26enne Christian Binelli e il 25enne Stefano D’Angelo, residenti rispettivamente a Cernusco sul Naviglio e Cologno Monzese. L’aggressione finita al centro del procedimento penale avvenne a Santa Cesarea Terme, in Salento, la notte di San Lorenzo dell’estate 2019. Dei cinque destinatari dell’avviso di conclusione delle indagini emesso a gennaio, due sono usciti di scena già nelle scorse settimane. Si tratta di un 27enne e un 22enne con casa a Milano: la loro posizione è stata archiviata in quanto è stato accertato come fossero sì presenti al momento dell’aggressione, ma senza prenderne materialmente parte. Diverso il destino degli altri tre, gli autori del pestaggio. Assieme al colognese e al cernuschese, a scegliere la strada del patteggiamento e del risarcimento è stato anche un 22enne, pure lui milanese.

Il racconto dell'aggressione in Salento

I cinque (tutti figli di professionisti e vicini al mondo dell’estrema destra) si trovavano in Puglia per trascorrere le vacanze. Inizialmente l’accusa nei loro confronti era stata aggravata dalla tesi che fossero entrati in azione per l’orientamento sessuale della vittima. Una posizione che non ha retto, assieme a quella di tentato omicidio, anche se era palese e risaputo che il destinatario delle percosse fosse gay. Tuttavia (al netto degli insulti omofobi riservati alla controparte) il parapiglia sarebbe nato per un equivoco. All’uscita da un locale della movida salentina, la parte lesa si era imbattuta in un’auto a bordo strada. Dentro c’era un giovane a torso nudo in stato di incoscienza, sdraiato nell’abitacolo perché (sarebbe emerso solo in seguito) ubriaco perso. Avrebbe cercato di chiamarlo senza avere risposta. Prima che potesse allertare i soccorsi erano arrivati i cinque indagati, amici del ragazzo riverso nell’auto. Era partito subito un pugno in pieno volto: "Cosa gli hai fatto?", avrebbero chiesto al 44enne, pensando che quest’ultimo (pare con i pantaloni semi calati) stesse approcciando sessualmente il giovane dentro il veicolo.
L’aggredito, residente a Castrignano dei Greci (Lecce), riuscì a scappare, venendo però inseguito e raggiunto dal branco. E in quel frangente partì un’altra raffica di calci e pugni in tutto il corpo. Ai cinque indagati arrivarono i Carabinieri, a seguito delle indagini partite dalla denuncia sporta dal 44enne, che è stato seguito dall’avvocato Michelangelo Gorgoni del Foro di Lecce.

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