Pessano, niente lezioni alla scuola speciale
Per entrate all'interno del centro Don Gnocchi il test sierologico è obbligatorio, ma per i docenti no. E a Pessano la scuola speciale non è ancora ripartita

Pessano, niente lezioni alla scuola speciale. Per quarantacinque ragazzi disabili la scuola non è ancora iniziata. Fondazione don Gnocchi e Comprensivo sono al lavoro da settimane per cercare una soluzione.
Pessano, alla scuola speciale non si fa lezione
Per qualcuno la scuola non è ancora iniziata. Si tratta, loro malgrado, dei quarantacinque ragazzi disabili che frequentano la scuola speciale di Pessano con Bornago. Si tratta di una collaborazione tra Fondazione don Gnocchi, Comprensivo Daniela Mauro e Ufficio scolastico, sotto l'egida del Miur, che permette a studenti con disabilità di seguire percorsi che combinino l'aspetto educativo con quello didattico e della riabilitazione, all'interno di una struttura d'eccellenza come Santa Maria al Castello. Il Covid ha però portato scompiglio e la convenzione scaduta tra Fondazione e Comprensivo non è stata rinnovata a causa di una fino a ora insormontabile barriera burocratica.
Il nodo del problema: i test sierologici
La chiave del problema va cercata nei test sierologici. Per chiunque frequenti il centro di Santa Maria al Castello sono obbligatori: lo prevede la normativa anti-Covid per gli ambienti sanitari. Per i docenti però il test viene svolto soltanto su base volontaria. Due situazioni incompatibili che non hanno permesso a oggi di dare il via alle lezioni. I ragazzi frequentano il centro seguendo percorsi educativi e sanitari, ma senza docenti tutti gli aspetti didattici sono sospesi. Una situazione complessa per le famiglie e a cui le parti in causa stanno cercando di trovare un via d'uscita.
"Le scuole speciali non esistono"
Una della cause è stata individuata da Monica Meroni, preside del Comprensivo. "Le scuole speciale non esistono per il Miur, sono equiparate a qualsiasi altro istituto - ha spiegato - Questo fa sì che non ci siano regole speciali e che anche la selezione dei docenti venga fatta tramite i canali tradizionali. E' assurdo che non venga riconosciuto il ruolo fondamentale che istituti come il nostro hanno per le famiglie e per i ragazzi. Svolgono una funzione sociale che andrebbe riconosciuta". Nel tentativo di trovare una soluzione, al tavolo sono stati convocati anche i sindacati. Una delle opzione potrebbe infatti essere l'integrazione del normale contratto per i docenti con l'obbligo di test per chi insegnerà al Don Gnocchi.
"Dobbiamo attenerci alla normativa"
"Pur esprimendo la massima comprensione per le problematiche evidenziate e per i bisogni espressi dalle famiglie, la Fondazione don Gnocchi deve attenersi a una normativa che stabilisce l’obbligatorietà della somministrazione del test sierologico per i propri ospiti e per gli operatori, tanto più alla luce del momento attuale che vede un nuovo grave aumento dei casi di positività al Covid - hanno commentato dal centro - La Fondazione ha avviato un confronto con scuola e Ats per procedere a un rinnovo della convenzione nel rispetto degli obblighi imposti dalla normativa alle strutture sociosanitarie. Facendosi carico delle attese delle famiglie, stiamo mettendo in campo ogni sforzo per garantire agli ospiti lo svolgimento delle attività educative e rieducative. Tale sforzo non è purtroppo sufficiente a colmare la mancanza di docenti; questo ha comportato per i ragazzi una riduzione degli orari di assistenza".