Dopo l'accusa

Omicidio di Cologno, il giudice non fa sconti: l'assassino resta in carcere

Secondo gli inquirenti Atqaoui avrebbe colpito Sofia Castelli con almeno 4 coltellate al volto e alla gola. Chieste le aggravanti per futili motivi e premeditazione del reato

Omicidio di Cologno, il giudice non fa sconti: l'assassino resta in carcere
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Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza Elena Sechi ha applicato la misura cautelare della custodia in carcere per Zakaria Atqaoui, il 23enne reo confesso dell'omicidio dell'ex fidanzata Sofia Castelli avvenuto sabato 29 luglio 2023 a Cologno Monzese.

L'omicida resta in carcere

Il 23enne attualmente si trova nella casa circondariale di Monza. Oggi, mercoledì 2 agosto 2023, a seguito dell'interrogatorio durato oltre 4 ore di ieri, il Gip non ha convalidato il fermo emesso a seguito della costituzione del giovane avvenuta sabato dopo l'omicidio. Ha invece emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, considerati i gravi indizi di colpevolezza emersi a seguito delle indagini  condotte dai Carabinieri della Compagnia di Sesto San Giovanni  e del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Milano su indicazione della Procura di Monza.

Quattro coltellate al viso e alla gola

Gli inquirenti hanno confermato la versione de fatti rilasciata da Atqaoui: intorno alle mezzanotte e mezza si sarebbe nascosto nell'armadio della casa della ragazza attendendo il suo rientro dopo una serata in discoteca. Le aveva sottratto le chiavi il pomeriggio precedente, utilizzandole poi per entrare nell'appartamento quando all'interno non vi era nessuno. Stando a quanto raccontato dal giovane, a scatenare il suo comportamento la gelosia a seguito dell'ennesimo rifiuto da parte di Sofia nel riprendere la relazione che durava in maniera non continuativa da 4 anni.

Una volta che la ragazza si era addormentata, Atqaoui l'ha colpita nel sonno con almeno quattro coltellate al viso e alla gola utilizzando un coltello da cucina recuperato nella stessa abitazione.

Atto violento e premeditato

Il Gip nell'emettere l'ordinanza di custodia cautelare ha riconosciuto la pericolosità del soggetto e il rischio di reiterazione del gesto, posto che l'omicida si è dimostrato non in grado di gestire le sue reazioni violente e inconsulte. Inoltre secondo il giudice, Atqaoui non si sarebbe reso conto della gravità del fatto commesso.

La Procura monzese nell'avanzare le proprie richieste aveva posto l'accento sulle aggravanti del fatto compiuto: la premeditazione, l'aver teso un agguato alla vittima e i futili motivi.

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