No alla violenza sulle donne, Fara inaugura la panchina rossa FOTO

Inaugurata stamattina in piazza Patrioti a Fara d'Adda. E' il simbolo del contrasto alla violenza sulle donne.

No alla violenza sulle donne, Fara inaugura la panchina rossa FOTO

Inaugurata questa mattina, domenica 24 novembre, la panchina rossa installata in piazza Patrioti a Fara d’Adda. E’ il simbolo del contrasto alla violenza sulle donne.

Fara ha la sua panchina rossa

Taglio del nastro, stamattina, in piazza Patrioti a Fara d’Adda per la panchina rossa simbolo del contrasto alla violenza di genere. Ad avere l’idea e a dipingerla sono stati i ragazzi dell’associazione “Al di là del mio naso” guidati da Virna Grazioli. All’inaugurazione al fianco del sindaco Raffaele Assanelli c’erano anche l’avvocato Laura Rossoni, il maresciallo dei carabinieri Federico Turchi e una collega donna, oltre a rappresentanti gli Pensionati faresi, gli Alpini e il presidente dell’Anpi Fabio Conti. Numerosi i concittadini faresi che non si sono voluti perdere l’inaugurazione. Proprio Virna Grazioli, prima del taglio del nastro, ha ricordato la storia di una donna uccisa.

Dal sindaco l’invito a denunciare la violenza

Il sindaco Assanelli ha ringraziato i ragazzi dell’associazione per il lavoro svolto e le tante persone che hanno presenziato alla cerimonia. “Quando siederemo su questa panchina ci ricorderemo di quanto succede, alle donne e cosa significano per noi”, ha detto il primo cittadino invitando le donne vittima di violenza a non tacere, ma a denunciare perché “lo Stato c’è e la presenza del maresciallo lo dimostra”. L’avvocato Rossoni, poi, ha spiegato il significato legale del termine femminicidio. “L’omicidio di una donna è un reato che ha intrinseco il motivo per cui è stata uccisa dal marito o compagno: il voler cambiare vita dopo una sequela di violenze – ha detto – E’ qualcosa che riguarda tutti, è una violazione dei diritti umani. Se qualcuno sa di violenze è tenuto a denunciare. Da sempre e in ogni Paese del mondo le donne subiscono violenza, è qualcosa di strutturato per via della cultura di un sesso dominante sull’altro. Ricordiamo che fino al 1981 in Italia vigeva il delitto d’onore: se una donna veniva assassinata perché aveva una relazione, il marito poteva beneficiare di uno sconto di pena rilevante: da 21 a tre anni di carcere. Tutto parte dalla parità dei sessi”. Al termine della cerimonia è stato offerto un rinfresco ai presenti.

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