a processo

Niente perizia psichiatrica per la donna accusata di aver drogato e derubato un giovane di Trezzo sull'Adda

Respinta la richiesta della difesa. Tiziana Morandi andrà alla sbarra per rispondere di reati che vanno dalla rapina alle lesioni

Niente perizia psichiatrica per la donna accusata di aver drogato e derubato un giovane di Trezzo sull'Adda
Pubblicato:
Aggiornato:

La "Mantide" va a giudizio. Tiziana Morandi, la donna di Roncello arrestata l’estate scorsa dai Carabinieri di Vimercate, con l’accusa di aver narcotizzato e derubato una decina di uomini, è stata rinviata a giudizio davanti al Tribunale di Monza.

La "Mantide della Brianza" va a giudizio

Il gup di Monza Gianluca Tenchio non ha accolto la richiesta della difesa di disporre una perizia psichiatrica per verificare le condizioni di salute mentale della donna, e ha fissato la prima udienza nel mese di aprile.

La 47enne è accusata di una ventina di capi di imputazione, per reati che vanno dalla rapina alle lesioni, dall’utilizzo indebito di carte di credito alla violazione della legge sugli stupefacenti.

Sarà giudicata in dibattimento dal Tribunale collegiale con il processo ordinario, esponendosi al rischio di una condanna molto alta. Probabilmente saranno chiamati in aula a testimoniare gli uomini che l’hanno denunciata, tra cui molti anziani del Vimercatese.

L'unico che si è costituito parte civile, attraverso l’avvocata Barbara Giulivi, di Bergamo, è un ventottenne di Trezzo sull'Adda che l’accusa di aver avuto un incidente stradale dopo aver avuto un incidente al termine di una serata trascorsa assieme.

I fatti accaduti in estate

La donna originaria di Como, detenuta al carcere di San Vittore da questa estate, e difesa dall'avvocata Alessia Pontenani, respinge ogni addebito, sostenendo di non essere in alcun modo responsabile di quella strana catena di malori denunciati ai Carabinieri di Bellusco.

Non avrebbe mai narcotizzato alcun uomo con i sedativi sciolti di nascosto nelle bevande. Non li avrebbe mai derubati di soldi (di solito piccole somme) e oggetti personali approfittando del loro stato di incoscienza. Non avrebbe mai fatto spese con le loro carte di credito, come invece ricostruito dagli inquirenti.

"Volevano qualcos’altro da me", si è difesa lei nei mesi scorsi, riferendosi alla sua attività di massaggiatrice, che pubblicizzava attraverso i social network (pubblicando foto ampiamente ritoccate), e che poi era il modo per incontrare gli uomini che adesso la accusano.

Le accuse

Le accuse parlano d’altro. Anziani pericolosamente "addormentati" dopo aver bevuto una tisana allungata con le benzodiazepine. Un settantenne campano soccorso alla stazione di Torino, dove si trovava in compagnia dell’imputata.

Giovani costretti a farsi soccorrere per strada, dopo aver bevuto una bibita a casa della donna. Ad alcuni diceva di essere un chirurgo pediatrico. Ad altri, di essere impegnata nella ricerca benefica di fondi per curare bimbi malati.

Seguici sui nostri canali