giudiziaria

'Ndrangheta e voto di scambio: condanna definitiva per Domenico Zambetti

In Appello la pena era stata dimezzata.

'Ndrangheta e voto di scambio: condanna definitiva per Domenico Zambetti
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Sette anni e mezzo di carcere. Condanna definitiva per l'ex assessore regionale alla Casa Domenico Zambetti, ex sindaco di Cassina de' Pecchi. Sono state confermate dalla Cassazione le condanne emesse in Appello per gli imputati nel processo per concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio e corruzione aggravata. Oltre a Zambetti, confermate le pene  a sei anni per Ambrogio Crespi, a 8 anni per  Ciro Simonte, a 4 anni e 4 mesi (che si sommano a una precedente pena di 11 anni) per  Eugenio Costantino.

Voto di scambio: condanna definitiva per Domenico Zambetti

Zambetti  era accusato di avere pagato 200mila euro per comprare un «pacchetto» di 4.000 voti controllato dalla ‘Ndrangheta per falsare il risultato delle elezioni del 2010. Consensi che gli erano stati garantiti dal presunto boss Eugenio Costantino. In primo grado era stato condannato a 13 anni e 6 mesi, ridotti poi in Appello a 7 anni e mezzo. I suoi legali avevano  presentato ricorso in Cassazione, che è però stato rigettato.

Zambetti ha  sempre negato di aver acquistato voti e sostenuto di aver solo versato rimborsi spese a coloro che non immaginava mafiosi ma credeva suoi sostenitori nella campagna elettorale.

L'assoluzione del 2018

Nell'ambito della medesima inchiesta, nel 2018 Zambetti era stato  assolto dall'accusa di truffa (in primo grado era stata assegnata una condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione) per alcune consulenze a collaboratori della Regione. In Appello, però,  i giudici avevano stabilito che l'ex assessore regionale non aveva commesso il fatto.

Ex sindaco

Domenico Zambetti era segretario della Dc quando, nel 1988, alla crisi di Giunta conseguirono le dimissioni dell'allora sindaco Giovanni Bergomi. Fu eletto primo cittadino in una coalizione Dc e Pci. Insieme a lui, che aveva le deleghe a Bilancio e Personale, c'erano in squadra Raffaele Metti e Giuseppe Ravanelli (dello stesso partito), Roberto Bertolotti, Manuela Cuoghi, Antonio Sauchelli e Giovanni Passera (comunisti). Restò in carica fino al 1990.

Le reazioni

Sulla questione si è espressp Massimo De Rosa, capogruppo M5S Lombardia:

La conferma in cassazione dell’ex assessore regionale Domenico Zambetti a 7 anni e mezzo di carcere, punta il faro sulla relazione pericolosa tra mafia e politica, un sistema che il Movimento 5 Stelle combatte fin dalle sue origini. E pensare che c’è ancora qualcuno che sostiene che la Mafia al nord non esiste! Il continuo lavoro della DDA dimostra il contrario e impone di tenere sempre alta la guardia. La Presidente della Commissione Antimafia di Regione Lombardia, Monica Forte, anche in questo lungo periodo pandemico, ha continuato a monitorare e denunciare il fenomeno e dichiara che “è necessario che gli enti locali aumentino la consapevolezza della presenza delle mafie sul territorio”, cosa che pretendiamo faccia innanzitutto il Governo Lombardo

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