Inchiesta

'Ndrangheta a Pioltello: erano pronti a fare i soldi sul trasporto delle vittime del Covid

Uno dei figli di Cosimo Maiolo aveva studiato un modo per trarre guadagno dal trasporto dei cadaveri delle persone uccise dal virus, in piena Pandemia.

'Ndrangheta a Pioltello: erano pronti a fare i soldi sul trasporto delle vittime del Covid
Pubblicato:
Aggiornato:

Continuano ad arrivare notizie inerenti l'attività di indagine condotta dalla  dalla Squadra Mobile di Milano in collaborazione con il personale del Reparto prevenzione crimine di Milano e delle unità cinofile della Questura di Milano. Da quanto si apprende, l'attività della Locale 'ndranghetista pioltellese era pronta persino a fare soldi sulle vittime del Covid 19.

Il boss era tornato attivo dopo 11 anni di carcere

Un'attività investigativa complessa, fatta di appostamenti, pedinamenti e intercettazioni. Al centro la figura di Cosimo Maiolo, vertice della Locale di 'Ndrangheta pioltellese che insieme a diversi membri della sua famiglia portava avanti le attività criminali, nei più svariati settori.

Dopo aver scontato una condanna a 11 anni e 4 mesi per associazione mafiosa e traffico di sostanze stupefacenti nell'ambito dell'operazione "Infinito" del 2010, era tornato operativo cercando di imporre l'egemonia della sua famiglia sul territorio nonostante fosse sottoposto alla misura di sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. Un tentativo che veniva condotto attraverso una serie di intimidazioni consisteni in violenze fisiche e verbali.

Pronti a lucrare sui morti del Covid

Gli inquirenti hanno documentato la capacità da parte dell'organizzazione di gestire flussi di denaro proventi di illecite attività. Non solo, sono stati documentati anche casi di imprenditori che, instaurando rapporti al limite della connivenza, si sono avvalsi dei servizi forniti da alcuni degli indagati per lucrare sul fronte del costo del lavoro e della manodopera.

Il caso che desta più scalpore, però, riguarda la possibilità di lucrare persino sulle vittime del Covid 19. Da una delle intercettazioni emerge come uno dei figli del reggente della Locale, affiliato con la dote di "sgarrista", intuendo la possibilità di lucrare sul fenomeno del trasporto delle salme delle vittime del virus, parlando con altro indagato, mentre alla televisione scorrevano le immagini della colonna di salme trasportate dall’Esercito, spiegava come poter, attraverso una società intestata a un prestanome e l’emissione di false fatture, ottenere dei guadagni illeciti nel settore del trasporto feretri.

L'ipotesi di coercizione elettorale

Ulteriore conferma della capacità della famiglia Maiolo-Manno di poter influenzare il territorio è stata documentata e contestata con l'ipotesi di reato di coercizione elettorale in quanto si è appurato come la Locale avesse tentato di influenzare il voto per le elezioni comunali locali a favore di uno dei candidati. 

Seguici sui nostri canali