La tragedia nel 2022

Morto intossicato a Segrate per la caldaia difettosa: il titolare del residence punta a patteggiare

Imputati davanti al Gup di Milano il legale rappresentante della struttura e l'idraulico che si occupò della caldaia. Morto un 24enne, sopravvissuto il compagno

Morto intossicato a Segrate per la caldaia difettosa: il titolare del residence punta a patteggiare
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L'udienza davanti al Gup di Milano per la morte del 24enne Francesco Mazzacane in un residence a Segrate, a causa di un'intossicazione da monossido di carbonio proveniente da una caldaia difettosa.

Morto intossicato a Segrate per la caldaia difettosa: il titolare del residence punta a patteggiare

Uno punta al patteggiamento, l'altro ha invece optato per il rito abbreviato. Entrambi sono accusati di omicidio colposo in concorso, con l'aggravante di avere causato lesioni gravi ad un'altra persona (il compagno della vittima, poi sopravvissuto dopo essere uscito dal coma).

E' quanto emerso questa mattina, giovedì 26 settembre 2024, durante l'udienza del processo svoltasi davanti al Gup di Milano, Sonia Mancini, che vede imputati il titolare del residence Linate, a Novegro di Segrate, dove il 9 novembre del 2022, a causa di un'intossicazione acuta da monossido di carbonio che proveniva da una caldaia difettosa, morì Francesco Mazzacane, 24enne di Torre del Greco (NA).

Con lui, sul banco degli imputati, anche l'idraulico che si occupò della caldaia e che, appunto, ha scelto la via del rito abbreviato, laddove il legale rappresentante della struttura punta invece a patteggiare.

Il pubblico ministero di Milano, Isabella Samek Lodovici, nella richiesta di rinvio a giudizio, ha evidenziato come il gestore del residence aveva incaricato dell'installazione della caldaia una persona "tecnicamente priva della necessaria competenza e preparazione", ovvero l'idraulico, che non avrebbe provveduto ad adeguare il locale interrato del residence "ai requisiti tecnici e di sicurezza necessari".

Un'imperizia, quella attribuita all'imputato che, quando poi la caldaia aveva iniziato a manifestare problemi, avrebbe aggravato la situazione, anziché migliorarla. In sostanza l'idraulico, in attesa dell'intervento di un centro di assistenza, avrebbe aumentando il funzionamento della caldaia, al posto di spegnerla.

La difesa del titolare, da quanto emerso, starebbe cercando anzitutto di arrivare alla definizione di un risarcimento da offrire, in attesa di una proposta di pena. L'udienza è stata ora aggiornata al 6 marzo prossimo.

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