Maxi sequestro da 900mila euro della Guardia di finanza

L'Operazione "All black" delle fiamme gialle di Rimini, con il supporto dei colleghi di Gorgonzola, ha riguardato anche dei sequestri avvenuti in città legati a un'inchiesta su un'azienda di software.

Maxi sequestro da 900mila euro della Guardia di finanza
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Maxi sequestro della Guardia di finanza. Interventi anche a Gorgonzola da parte della locale caserma delle Fiamme gialle, per l'operazione "All black".

Spolpano società fallita ed evadono le tasse, maxi sequestro da 900mila euro

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Rimini, al termine di una serie di indagini nell'ambito dell'operazione chiamata "All black", hanno eseguito un sequestro preventivo. Il provvedimento è stato emesso dal gip per un importo di 900mila euro. I sequestri sono stati eseguiti a Como, Gorgonzola ed Aversa. Tutto è iniziato dal fallimento di un'azienda di software riminese. Secondo le indagini delle Fiamme Gialle, gli amministratori della società hanno portato la ditta sull'orlo del fallimento e, dopo aver drenato i capitali ai danni dei creditori, avrebbero venduto tutto a dei prestanome originari della Campania.

Il trucco per non versare l'iva

Le "teste di legno" partenopee, quindi, si sarebbero date da fare per utilizzare l'azienda al solo scopo di comprare su mercato europeo vari prodotti in esenzione d'imposta. La merce, poi, veniva venduta in Italia senza versare l'Iva allo Stato. Secondo gli inquirenti, quindi, l'attività di produzione e assistenza software era la scusa per mettere in piedi un insidioso meccanismo di frode per evadere le imposte nella commercializzazione di prodotti informatici acquistati in altri Paesi dell’Unione Europea per oltre 3,5 milioni di euro, avvalendosi di una rete distributiva costituita da società prossime al fallimento situate in diverse regioni italiane. Il sequestro per equivalente ha riguardato 200mila euro, frutto della distrazione di capitali che avrebbero operato i reali proprietari dell'azienda fallita, e 800mila euro dai reati tributari che sarebbero stati commessi dai nuovi titolari considerati dei prestanome.

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