Libraio, scrittore e uomo di cultura. Cordoglio a Melzo per la scomparsa di Giuseppe
E' stato stroncato la scorsa settimana da un malore improvviso. La moglie ha voluto ringraziare per l'affetto dimostrato.
La serranda della sua libreria è abbassata da quando l'emergenza sanitaria ha obbligato la chiusura di tutti i cinema di Italia. E' per questo motivo che la notizia della scomparsa del libraio Giuseppe Colangelo ci ha messo più tempo per arrivare. Tempo che non ha scalfito il dolore per una morte sopraggiunta all'improvviso a soli 67 anni.
Addio a Giuseppe Colangelo
E' stato colto improvvisamente da un malore, un infarto che ha lasciato senza parole la moglie Francesca, la loro bambina, i familiari e i tanti amici che avevano imparato ad apprezzare Giuseppe. Un uomo di cultura, una persona affabile e sempre disponibile. Era nato in Argentina da genitori lucani, si era trasferito a Milano da piccolo, ma si era legato proprio a Melzo avviando la sua libreria all'interno del Cinema Arcadia nel 1998.
Libraio, scrittore, uomo di cultura
Aveva due grandi passioni che aveva saputo coniugare proprio con l'attività che portava avanti quotidianamente: la scrittura e il cinema. Come giornalista freelance per agenzie di stampa d'Oltreoceano, come scrittore (il secondo volume della Trilogia dell'alto Materano "Creta Rossa" gli valse il premio nazionale letterario Carlo Levi), come saggista sulla settima arte. Il cinema, suo grande amore che tramandava alle nuove generazioni in veste di docente universitario presso l'Accademia di comunicazione di Milano dove insegnava Storia del Cinema.
Il ricordo della moglie
La libreria da lui aperta nel 1998 è sempre stata un punto di riferimento per i melzesi, ma anche per le tantissime persone che vi entravano anche solo per una sbirciatina in attesa dell'inizio delle proiezioni.
"Era sempre attento alle nuove proposte editoriali, aveva anche inserito un'intera sezione dedicata al cinema e ai gadget - ha raccontato la moglie - Dava spazio anche alle pubblicazioni delle case editrici indipendenti e amava organizzare mostre e presentazioni all'interno del negozio. Perché per lui la libreria era uno spazio vivo e aperto a tutti, dove Giuseppe consigliava libri e accoglieva lettori e clienti anche solo con un saluto, con quel modo gentile e mai invadente di dedicarsi agli altri".
L'ultimo saluto a Giuseppe
La famiglia ha voluto ringraziare le persone che hanno espresso vicinanza e affetto, nonostante le distanze imposte dalla pandemia e l'impossibilità di stringersi di persona in un abbraccio consolatorio. Per farlo hanno scelto di usare proprio le parole scelte da Giuseppe, incipit del suo ultimo libro "La muta del serpente", citazione di uno dei suoi autori preferiti Osvaldo Soriano.
La letteratura, il cinema e il calcio sono le mie passioni, tutti lo sanno... Ci restano amicizie fugaci, piccoli momenti di amore, essere vivi malgrado tutto. Ma bisogna anche vivere con dignità. Le tappe percorse non sono esperienze che si accumulano; tutto succede e sfuma allo stesso tempo, in quell'istante immutabile nel quale i ricordi personali si giocano alle carte. Restano orme confuse su una strada vuota, senza principio né fine