LE INDAGINI

Investe un ciclista e lo lascia agonizzante in un fossato: rintracciato 24enne di Filago

La vittima, un 40enne marocchino di Bonate Sotto, si trova ancora in terapia intensiva. Il sospettato trovato con le telecamere

Investe un ciclista e lo lascia agonizzante in un fossato: rintracciato 24enne di Filago
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veva investito un ciclista, per poi scappare via lasciandolo in un campo agonizzante. Adesso, però, lo hanno individuato e rischia una condanna per lesioni stradali gravissime, fuga e omissione di soccorso. A finire nei guai un 24 enne di Filago che, rintracciato dai carabinieri sul posto di lavoro, non ha potuto fare altro che ammettere quanto accaduto.

Investito e lasciato al freddo

Il fatto è avvenuto nella serata del 25 novembre scorso, intorno alle 22.30, sulla strada provinciale 155 che unisce il paese a Madone. Il tratto era privo di illuminazione e il sospettato, in auto, aveva travolto un quarantenne marocchino di Bonate Sotto, che era in sella alla sua due ruote. L'impatto lo ha sbalzato a lato in un terreno della campagna circostante, dove è stato abbandonato dall'investitore ferito e al freddo.

La mattina dopo i militari dell'Arma, dopo l'allarme di un passante che aveva chiamato il 112, erano arrivati sul luogo dell'incidente insieme al personale del 118 e lo avevano trovato in condizioni drammatiche, la bici a una decina di metri di distanza. L'uomo era stato trasportato in codice rosso all'ospedale di Bergamo, dove si trova ancora in Terapia intensiva, con prognosi riservata. Ha riportato un grave trauma cranico, a cui si aggiunge l'ipotermia per la notte passata in un fossato, con temperature vicine allo zero.

La ricerca del colpevole

Le indagini dei carabinieri, all'inizio, sono partite con difficoltà, perché non c'era alcun indizio sul luogo dell'investimento. Inoltre, i sistemi di videosorveglianza vicini non avevano fornito alcun dato utile. Così, si è deciso di acquisire anche le immagini delle telecamere più distanti, che si trovavano puntate sulle possibili vie di fuga e d'accesso del colpevole.

Dopo circa ventiquattr'ore, i militari hanno quindi trovato il mezzo nel box del giovane, che è stato poi raggiunto la sera del 27 novembre nell'azienda in cui lavorava e dove, informato della sua situazione, avrebbe ammesso le proprie responsabilità.

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