cronaca

Insegnante di ginnastica pedofilo: per lui scattano divieto di avvicinamento a scuole e di usare i social network

Nel 2009, dopo essere uscito dal carcere, era arrivato a Milano. Qui aveva iniziato a insegnare pallavolo ed era stato protagonista di altre molestie.

Insegnante di ginnastica pedofilo: per lui scattano divieto di avvicinamento a scuole e di usare i social network
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Un lungo curriculum criminale, fatto di numerosi adescamenti di ragazzine in numerose province italiane. Prima come insegnante di educazione fisica, poi come istruttore di pallavolo.  E per lui sono scattati il divieto di avvicinarsi a strutture frequentate da minori e di usare i social network

Insegnante di ginnastica pedofilo

Nell'ambito del monitoraggio dei soggetti potenzialmente pericolosi verso vittime vulnerabili costantemente effettuato dai poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Milano, il Tribunale di prevenzione, su proposta del questore, ha irrogato la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza a un pedofilo milanese di 57 anni, autore di numerosissimi episodi di adescamento e violenza sessuale in danno di ragazzine di età compresa tra i 6 e i 14 anni, nonché di detenzione di materiale pedo-pornografico.
Dall'analisi suo  curriculum criminale  è emerso che l'uomo - attualmente detenuto - ha adescato almeno 41 ragazzine in diverse province d'Italia, tra cui Milano, Gorizia, Viareggio, Firenze, Pistoia, Carrara e La Spezia.

Le prime denunce

La prima denuncia risale al 1997 quando lavorava come bagnino nella piscina di un albergo in Liguria dove, approfittando di un momento di distrazione dei genitori, ha abusato sessualmente di una bambina straniera.
Negli anni successivi l'uomo ha lavorato come insegnante di educazione fisica in alcune scuole elementari della Toscana dove ha avvicinato e circuito alcune sue alunne. L'uomo era solito mostrare loro video con contenuti pornografici, tra cui riprese in cui si masturbava; in altre circostanze, con la scusa di mostrare loto il modo corretto di svolgere alcuni esercizi ginnici, ne approfittava per palpare alcune ragazzine.

La prima condanna e i social

Dopo essere stato condannato a 8 anni di reclusione e all'interdizione dall'insegnamento e dall'impiego presso qualsiasi tipo di struttura sportiva, è rimasto in carcere fino al 2005; una volta libero, con l'avvento dei social network, ha affinato le sue tecniche di adescamento, scovando le giovani vittime attraverso Facebook, Instagram e più recentemente con TikTok, utilizzando falsi profili con cui si fingeva un adolescente e  immagini di profilo di giovani cantanti, attori o famosi youtuber.
Utilizzando un linguaggio tipico adolescenziale, con la vittima era solito stabilire un rapporto di confidenza, che sfociava ben presto in richieste di foto e video in pose esplicitamente pornografiche, e conversazioni telefoniche a sfondo sessuale, durante le quali si masturbava.

Almeno 24 ragazzine adescate

Si contano almeno 24 ragazzine adescate in questo modo. Inoltre, avendo creato una fitta rete di giovani vittime, il soggetto in questione ha condiviso i dati personali delle ragazzine con altri pedofili conosciuti in rete, inviando loro i contatti, comprensivi di fotografie, età, provenienza geografica e numero di telefono.

Di nuovo in carcere e poi a Milano a insegnare pallavolo

Di nuovo detenuto fino al 2009, uscito dal carcere si è ristabilito a Milano. Qui è riuscito a trovare lavoro come istruttore di pallavolo in alcuni centri sportivi dell'hinterland sud-ovest, rendendosi ancora una volta autore di condotte adescatrici a seguito delle quali è rientrato in carcere.

I divieti e la sorveglianza

Alla luce della sua radicata propensione a ledere l'integrità psico-fisica dei minorenni, accogliendo la proposta inoltrata dal Questore di Milano, il Tribunale di Prevenzione ha disposto nei confronti dell'uomo la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune
di abituale residenza o dimora per la durata di tre anni.
Sono state adottate nei suoi confronti le importanti prescrizioni di mantenersi ad almeno 500 metri dai luoghi abitualmente frequentati da minorenni quali asili, scuole, parchi giochi ed impianti sportivi e di non comunicare con persone minorenni con nessun mezzo, inclusi
i  social network.
Si tratta di misure volte a monitorare attentamente la potenziale pericolosità del soggetto e la sua indole alla recidiva al fine di impedirgli di adescare altre vittime minorenni ignare di ciò che le aspetta. L'uomo sarà attentamente monitorato e se dovesse anche solo avvicinarsi ad una scuola, a  un parco pubblico o a qualsiasi luogo frequentato da minori, verrà arrestato in flagranza e ritornerà in carcere; stesso discorso
vale se sarà accertato un suo utilizzo dei social network o di altro mezzo per adescare minori.
Infine, per arginare ulteriormente il rischio di recidiva e rieducare il soggetto, è stata applicata l'ingiunzione trattamentale, che consiste nell'offrire all'uomo la possibilità - da lui accettata - di sottoporsi ad un programma di recupero volto ad acquisire consapevolezza  dei comportamenti tenuti ed evitare, una volta che le misure penali e di prevenzione siano cessate, che possa replicare la sua condotta
devastante per la vita delle giovani vittime.

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