La sentenza

Ingegnere condannato per maltrattamenti sulla ex moglie

Il professionista di Brugherio ha però un altro processo aperto, con l'accusa di aver narcotizzato e violentato l'ultima sua compagna.

Ingegnere condannato per maltrattamenti sulla ex moglie
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Condanna a 4 anni di reclusione per l’ingegnere 47enne di Brugherio coinvolto in due processi paralleli al tribunale di Monza, uno per maltrattamenti, l’altro per violenza sessuale.

La sentenza è stata pronunciata nei giorni scorsi (mercoledì 11 maggio) per la prima delle due vicende, maturata dopo la denuncia dell’ex moglie, mentre l’altra accusa è di aver narcotizzato, sequestrato e abusato della compagna conosciuta successivamente.

Quattro anni dunque per l’uomo (difeso dall’avvocato Lino Lacchei), a fronte di una richiesta dell’accusa a cinque anni e sette mesi di reclusione. Per quanto concerne l’altra vicenda, invece, giovedì scorso si è celebrata udienza, durante la quale sono state ascoltati due testimoni del pubblico ministero Flaminio Forieri: l’ex marito e la figlia della parte offesa. Mancano ora i testi della difesa e le conclusioni, previste per il 23 giugno.

Il brugherese, arrestato a marzo 2021, si trova da qualche settimana agli arresti domiciliari a casa di una parente. Un anno fa, in casa dell’uomo era stato trovato un corredo di catene, cavigliere, collari e altri oggetti per pratiche sadomaso. A chiamare i militari erano stati i vicini, allarmati dalle urla della compagna che aveva conosciuto solo un mese prima, sua coetanea.

La parte offesa ritratta le accuse

Questi l’avevano trovata legata al letto, visibilmente stordita dall’assunzione di benzodiazepine e con molti lividi sul corpo. Nel corso del processo, la parte offesa ha ritrattato le accuse, ritirando la costituzione di parte civile e la querela.

«Erano rapporti consenzienti, anche se estremi», ha detto. Sulla circostanza dell’assunzione di farmaci, ha ammesso di essere stata indotta dall’uomo ad assumerli, ma senza ricordare quando e con che modalità. I due si erano conosciuti agli inizi del 2021, tramite conoscenze comuni. Subito avrebbero avviato una convivenza, ma l’uomo avrebbe manifestato la sua indole, facendole ingerire calmanti e sedativi prima di avere rapporti che lui aveva la mania di filmare.

Immagini molto esplicite di pratiche sadomaso, secondo quanto ricostruito dai carabinieri. Il tutto fino al giorno in cui l’uomo l’aveva chiamata per ricattarla: «Vieni qui, sennò rendo pubblico il tuo video». Lei, convinta di essere in grado di farlo ragionare, si era presentato a casa sua, ma una volta lì, secondo le accuse, sarebbe stata sequestrata e costretta a subire gli abusi. Era stato un vicino di casa a sentire dei rumori sospetti, e a chiamare i militari, che erano intervenuti prontamente.

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