Le carte

Inchiesta per corruzione: indagati ex sindaco e capogruppo di Fratelli d’Italia

Angelo Rocchi (primo cittadino di Cologno fino al 2022) e Giuseppe Calabretta (attuale consigliere a Brugherio) interrogati in Procura: su di loro, e su altre cinque persone, pende una richiesta di custodia cautelare in carcere

Inchiesta per corruzione: indagati ex sindaco e capogruppo di Fratelli d’Italia

Secondo gli inquirenti siamo di fronte a una vasta associazione a delinquere dedita alla veicolazione del consenso elettorale, alla corruzione, alla truffa e anche alla commistione di reati in materia fiscale. E per la Procura di Monza che sta indagando, al vertice di tutto ci sarebbe (in qualità di “capo e organizzatore”) l’ex sindaco di Cologno Monzese Angelo Rocchi, attuale capogruppo della sua lista d’opposizione Avanti con Rocchi, rieletto come primo cittadino alla fine dell’estate del 2020 e “caduto” nell’estate del 2022 per i pesanti attriti all’interno della sua maggioranza di centrodestra.

L’ex sindaco di Cologno Angelo Rocchi indagato per corruzione (ma non solo)

Su di lui, come su altri sei indagati, pende una richiesta di applicazione della misura cautelare in carcere firmata ad aprile 2023. Ossia a un mese dalle elezioni comunali che avevano visto Rocchi non accedere al ballottaggio per un soffio, impegnato in una corsa elettorale in solitaria, e non più nella Lega, che lo aveva incoronato come il “vincitore morale” alle urne.

Nel fascicolo da oltre 650 pagine, la Procura ha ricostruito un presunto giro di favori, appalti pubblici da pilotare, interventi urbanistici da “correggere” e dichiarazioni false per quanto riguarda i finanziamenti elettorali.

Gli interrogatori preventivi davanti al giudice per le indagini preliminari

Il maxi fascicolo è rimasto “fermo” (almeno in apparenza) per oltre due anni, complice anche un cambiamento per quanto riguarda il pm titolare. Fino a questa settimana, quando il Tribunale di Monza, e per l’esattezza il giudice per le indagini preliminari Silvia Pansini, ha convocato Rocchi per un interrogatorio che, a giorni, porterà lo stesso gip a prendere una decisione: applicare o meno la pesante misura chiesta dal pubblico ministero.

Coinvolto anche il capogruppo di FdI a Brugherio Giuseppe Calabretta

A comparire in Tribunale non è stato solo Rocchi. La stessa sorte è toccata anche ad altri due indagati: Giuseppe Calabretta, commercialista di professione e attuale capogruppo di maggioranza di Fratelli d’Italia nel Consiglio comunale di Brugherio, che deve rispondere anche dell’ipotesi di reato di truffa, e Fausto Arena, noto consulente fiscale e del lavoro di Cologno per il quale, nel caso in cui al ballottaggio del 2023 non avesse prevalso Stefano Zanelli, pare che fosse già pronto un incarico da assessore al Bilancio. Il tutto con vicesindaco lo stesso Rocchi, visto l’accordo di apparentamento siglato dopo il primo turno con Giuseppe Di Bari, completamente estraneo a questa inchiesta giudiziaria.

Supporto elettorale in cambio di “favori”

Calabretta e Arena compaiono nelle carte della Procura in qualità di privati corruttori. Tra pubblico e privato si sarebbe instaurato un rapporto di dare e avere. Al supporto elettorale anche in chiave economica, una volta rieletto, Rocchi (che deve rispondere anche dell’accusa di falsità ideologica per il rendiconto elettorale nel quale aveva dichiarato non aver percepito finanziamenti da terzi), si sarebbe mosso per conferire ad Arena e Calabretta “incarichi a contratto, consulenze e collaborazioni esterne”, oltre che “turbare l’esito di concorsi pubblici indetti dal Comune di Cologno in favore di loro conoscenti”, scrive il pm nella richiesta di misura cautelare nei loro confronti.

A rischiare di essere raggiunti dalla misura cautelare (convocati anch’essi in Tribunale per l’interrogatorio preventivo) sono anche un progettista di Cologno, un imprenditore edile e un funzionario dell’Inps di Monza.

“Non sono tranquillo, di più…”

“Non sono tranquillo, di più – ha detto Rocchi, raggiunto telefonicamente – Ci sono delle indagini in corso e sono abituato, non è la prima volta che capita. A domande, non ho problemi a rispondere e spiegare. Una cosa, però, ci tengo a dire: che ho agito sempre nell’interesse pubblico. Rischio l’arresto? Se fossi stato “pericoloso” sarebbe avvenuto due anni fa”.

Il servizio completo, con due pagine d’inchiesta in esclusiva, lo trovate nell’edizione della Gazzetta della Martesana in edicola dall’11 ottobre e in versione sfogliabile per smartphone, tablet e pc