l'allarme del pd

"In Lombardia solo cento vaccini antinfluenzali per medico di famiglia"

In Lombardia la situazione rischia di farsi critica.

"In Lombardia solo cento vaccini antinfluenzali per medico di famiglia"
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"Entro novembre saranno disponibili solo 100 vaccini antinfluenzali per medico di famiglia”, lo dice senza tema di smentita Fabio Pizzul, capogruppo regionale del Pd, e lo fa carte alla mano. “In una circolare inviata ai medici di base di tutta la regione, c’è scritto che le prime dosi del vaccino saranno disponibili in questi giorni e saranno solo 30. Altre 20 arriveranno tra il 26 e il 31 ottobre e altre 50 dal 2 novembre in poi. Solo da metà novembre si potranno prenotare ulteriori dosi. Cifre irrisorie che non basteranno a coprire nemmeno le categorie alle quali la Regione ha dato la massima priorità: i pazienti fragili e gli over 65. Basti pensare che un medico di famiglia, in Lombardia, conta in media quasi 1400 pazienti”, spiega nel dettaglio Pizzul.

Allarme vaccini, solo cento per medico

Insomma, l’ennesima dimostrazione che in Lombardia la campagna vaccinale ha gravi problemi, non entrerà nel vivo fino a metà novembre e che comunque non basterà per tutti. “Si tratta di un ritardo imperdonabile che rischia di mettere in pericolo la salute di migliaia di cittadini – incalza il capogruppo Pd –. Il sistema di vaccinazione, inoltre, macchinoso e complicato, rischia di disincentivare i cittadini a chiedere di fare l’antinfluenzale”.

Non bastasse, nei giorni scorsi un servizio giornalistico ha svelato che 100mila dei 500mila vaccini dell’ultima gara effettuata in Lombardia, quelli forniti dalla società cinese Life On, non sono riconosciuti dall’agenzia italiana del farmaco e che, di conseguenza, non sarebbero utilizzabili in Italia. E poi “manca anche il vaccino pneumococcico perché la gara è andata deserta. Dovrebbe essere somministrato ai soggetti più fragili e a chi è risultato positivo al Covid e ha avuto complicanze respiratorie”, conclude sconsolato Pizzul.

Un piano per la Lombardia da 3,5 miliardi, preparato dalla Giunta Fontana. Ma per il Gruppo regionale del Pd si tratta solo di una ‘legge mancia’, fatta apposta per alcuni Comuni scelti senza bando e senza criteri di priorità, e non è in grado di rilanciare la regione. “Va cambiato, puntando sulla rete della sanità territoriale, sulla digitalizzazione e sulla scuola. Non lo abbiamo denunciato solo noi, ma anche i sindaci, la cui protesta si sta allargando a macchia d’olio”, fa sapere Fabio Pizzul, capogruppo regionale del Pd.

Il Piano è frutto di una legge regionale di maggio che autorizzava la Regione a contrarre debito per 3 miliardi di euro per opere di rilancio. Con una delibera di agosto, senza alcun bando e senza una vera istruttoria, il Piano Lombardia viene declinato in centinaia di interventi, molti dei quali di modesta entità, come il rifacimento di un marciapiede o di un parco giochi. “La Regione sta perdendo un’enorme occasione perché distribuisce più di 3 miliardi di euro senza criteri precisi e lungimiranti”, commenta il dem.

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