Contrasto allo spaccio

Importavano droga dalla Spagna nascondendola nel mangime. Il traffico di stupefacenti passava per Vignate

A Vignate avveniva lo smistamento dello stupefacente che era introdotto in Italia in casse contenenti mangime per le bestie.

Pubblicato:
Aggiornato:

Si è conclusa dopo cinque mesi l'attività di indagine avviata dai Carabinieri di Cassano d'Adda che ha permesso di fare luce su un losco traffico di stupefacenti. Ai domiciliari sono finiti marito e moglie che importavano droga in Italia dalla Spagna per un valore economico superiore al milione di euro.

Domiciliari per due coniugi

Ieri, lunedì 10 maggio 2021, Carabinieri della Compagnia di Solofra (Avellino)  hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal Gip. del Tribunale di Milano, nei confronti di due coniugi (lui 60enne, lei 59enne) con contestuale obbligo di dimora nel comune di residenza per un 36enne, tutti originari della Campania. A loro carico la pesante accusa di importazione continuata di stupefacenti.

L'indagine è partita dalla Martesana e più di preciso da Vignate dove, il 15 dicembre 2020, i militari della Stazione Carabinieri di Melzo hanno effettuato un controllo proprio sui tre indagati: i  tre campani stavano infatti tentando di disfarsi in un terreno agricolo di mangime per animali occultato in una cassa in legno proveniente da Malaga (Spagna), ritirata personalmente dagli stessi da un’azienda di spedizioni internazionali con sede a Vignate, ove era in fermo deposito.

Trasporto internazionale di droga

Dai successivi approfondimenti  i Carabinieri del Nucleo operativo di Cassano hanno  ricostruito che i due coniugi avevano commissionato la citata società di trasportare dalla Spagna un analogo bancale diretto a una società maltese, giunto in azienda il 18 dicembre 2020. A insospettire i militari i costi per il trasporto che superavano di gran lunga il valore del contenuto. Così  d’intesa con la Procura di Milano i Carabinieri hanno ispezionato la cassa, rinvenendo all’interno alcune valigie contenenti panetti di hashish per un peso complessivo di 256 chilogrammi.

Le attività di indagine

Le attività investigative, sviluppatesi dall’analisi ad ampio raggio delle immagini delle telecamere di videosorveglianza, dalla documentazione delle spedizioni e dei relativi pagamenti e dall’esame del traffico delle utenze telefoniche in uso agli indagati, hanno consentito di ricostruire che tra il novembre e il dicembre 2020, in quattro occasioni (tra cui il sequestro del 18 dicembre 2020), i due coniugi, tramite aziende cessate o inesistenti con sede in provincia di Avellino, avevano commissionato alla società di Vignate il recupero da un’omologa azienda di Malaga di ulteriori bancali diretti ad una società maltese, contenenti verosimilmente il medesimo quantitativo di sostanza stupefacente, nascosto all'interno di materiale di scarto (mangime o fibre di cocco).

Droga per oltre un milione di euro

Il contenuto delle casse veniva quindi recuperato direttamente dai coniugi che si avvalevano del contributo del 36enne, già gravato da precedenti specifici legati a stupefacenti. In occasione del sequestro del 18 dicembre, le analisi di laboratorio hanno evidenziato l’alto principio attivo dell’ingente stupefacente sequestrato, dal quale era possibile ricavare 1,5 milioni di singole dosi per un valore complessivo di 1 milione di euro circa.

L'attività investigativa non si può considerare conclusa. Gli inquirenti stanno effettuando ulteriori controlli per capire a chi fossero destinati carichi di droga, specialmente perché dalle verifiche effettuate la società maltese cui erano destinate le spedizioni risulta inesistente. Non si esclude dunque che il mercato di riferimento potesse essere quello italiano.

Al termine delle operazioni, i due coniugi sono stati sottoposti agli arresti domiciliari presso le rispettive dimore di Montoro (AV) mentre il 36enne destinatario dell’obbligo di dimora risulta al momento irreperibile.

Seguici sui nostri canali