Una macabra sfida

Immagini pedopornografiche nelle chat degli studenti: a processo anche un melzese

Alla sbarra un ragazzo di vent'anni residente a Melzo. Tra le immagini condivise c'erano minorenni abusati, omicidi, mutilazioni e simboli nazisti.

Immagini pedopornografiche nelle chat degli studenti: a processo anche un melzese
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C'è anche un melzese tra i sei studenti individuati dal Nucleo di Polizia giudiziaria della Polizia Locale di Sesto San Giovanni a seguito di un'inchiesta sulla diffusione di immagini pedopornografiche e di violenza estrema.

Quattro studenti a processo, uno è di Melzo

Grazie alla collaborazione tra la Polizia sestese e i Comandi di Milano, Melzo, Saronno e Rozzano, sono stati individuati sei studenti (due residenti in Abruzzo) accusati di aver diffuso materiale fotografico dai contenuti a dir poco estremi. Nella chat, che coinvolgeva circa 300 studenti, venivano condivise immagini caratterizzate da violenza estrema: "squartamenti e decapitazioni", ma anche abusi sessuali su bambini e simbologie naziste.

La denuncia di uno dei membri della chat

Stando a quanto raccolto dagli inquirenti, la chat coinvolgeva per lo più studenti delle università milanesi. Era nata come una sorta di "challenge", di sfida dell'orrido che successivamente era degenerata spingendo i produttori di contenuti a veicolare immagini sempre più cruenti e trasgressive. Un divertimento macabro, come è stato definito negli atti al vaglio della Procura, che varcava il confine tra il lecito e l'illecito visto che  si era giunti alla divulgazione di materiale pedopornografico e di immagini di omicidi e mutilazioni reali.

Proprio l'eccesso ha fatto scattare la denuncia, partita da uno dei membri della chat che si era imbattuto nella fotografia di una neonata vittima di violenza sessuale. Era il 2020 quando decise di denunciare alle Forze dell'ordine quanto stava accadendo.

A processo anche due minorenni

Grazie all'attività di indagine informatica, la Polizia di Sesto è risalita agli indirizzi dei computer da cui erano partite le immagini. Nei guai, appunto, sei studenti due dei quali ancora minorenni all'epoca dei fatti. I ragazzi abruzzesi, residenti in provincia di Teramo, infatti, avevano 13 e 14 anni. Per quanto riguarda il melzese, invece, si tratta di un ventenne.

Oltre alle immagini di abusi e violenze, nella chat venivano diffuse anche foto con simboli e frasi che richiamavano l'ideologia nazista. Ora i quattro ragazzi maggiorenni sono alla sbarra presso il Tribunale di Milano, i due minorenni invece saranno giudicati presso il Tribunale dei Minori competente per l'Abruzzo.

 

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