Imam accusato di terrorismo libero, tornerà a Zingonia

Disposto l'obbligo di firma e quello di dimora a Verdellino, ma potrà uscire di casa nelle ore diurne.

Imam accusato di terrorismo libero, tornerà a Zingonia
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Hafiz Muhammed Zulkifal, l’imam accusato di terrorismo, libero. Era accusato di essere stato a capo di una cellula terroristica legata ad Al Qaeda con base a Olbia e gli erano stati contestati sei diversi attentati. Era stato arrestato nell’aprile del 2015 e condotto in carcere in via cautelare, in quanto sospettato non solo di raccogliere fondi per finanziare gli attentati ma anche di indottrinare i fedeli ai piedi delle torri.Ma ora i termini sono scaduti e l’imam di Zingonia è stato scarcerato. Lo raccontano i colleghi del Giornale di Treviglio

Le accuse

Il suo compito, secondo gli inquirenti, era soprattutto quello di raccogliere fondi per finanziare gli attentati. Una lunga scia di morte, iniziata nel 2009con l’esplosione di una bomba al mercato di Peshawar che uccise 137 persone, soprattutto donne e bambini. Per quell’attentato fu ritenuto colpevole il suo complice Sultan Wali Khan. Sarebbero invece sei gli attentati organizzati e diretti direttamente da Zulkifal.

Nel marzo 2011 una bomba esplose al mercato di Dera Murad Jamali, causando 3 morti e 25 feriti. Nell’agosto dello stesso anno, invece, i terroristi sabotarono le linee elettriche pakistane. A novembre poi ci fu un’altra serie di attentati in diverse città del Paese. A Quetta fu fatta saltare un’automobile della Polizia che causò la morte di un agente. Successivamente ci fu un attentato in una scuola pubblica a Bannu e furono uccisi quattro membri della sicurezza pakistana. La scia di morti contestata a Zulkifal si conclude con il decesso di un altro agente di Polizia ucciso nell’esplosione della propria auto.

Le indagini

Le indagini sull’imam erano partite nel lontano 2005. Ad Agosto Zulkifal e altri due uomini furono fermati all’aeroporto di Olbia con 20mila euro in contanti. I cani antiesplosivo in quell’occasione fiutarono la maniglia del bagaglio ma non furono trovati esplosivi. Ma l’allarme era scattato. Nella «Opel Astra» utilizzata per recarsi a Olbia fu trovato un documento intestato a un’organizzazione già sotto indagine in Belgio. Sul cellulare di Zulkifal inoltre erano arrivate diverse chiamate da un numero di cellulare legato all’attacco terroristico contro la metropolitana di Londra. Sempre sul cellulare dell’Imam sarebbero poi arrivati messaggi di ringraziamento per l’organizzazione degli attentati e richieste di denaro. Messaggi che, secondo la difesa, sarebbero stati male interpretati e che in realtà significherebbero tutt’altro. Non sempre è semplice riuscire a districarsi tra i vari dialetti e la traduzione in italiano, secondo la difesa, sarebbe fuorviante. Ma l’uomo era stato comunque rinchiuso in via cautelare nel carcere di massima sicurezza Rossano Calabro e, successivamente, in quello di Bancali, vicino Sassari.

Imam accusato di terrorismo libero

Il processo è ancora nel vivo e ancora non si è arrivati al verdetto di primo grado. Nel frattempo però i termini per la custodia cautelare in carcere sono scaduti e il tribunale di Sassari ha disposto la scarcerazione. L’Imam, che quando era stato arrestato abitava a Pognano ma che non aveva ancora perfezionato il cambio di residenza, dovrà tornare a Verdellino, ultimo comune di residenza ufficiale. Il giudice ha disposto l’obbligo di dimora e il divieto di uscire di casa dalle 20 alle 7, oltre all’obbligo di firma in caserma. Nel frattempo il processo andrà avanti.

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Commenti
EMILIO LEVA

E SE DOVESSE FUGGIRE,VISTO CHE NESSUNO LO CONTROLLERA'

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