La sentenza

Il litigio in strada, poi l'investimento mortale: condannato per concorso in omicidio stradale

Si è concluso al Tribunale di Monza il processo di primo grado nei confronti di un 31enne di Brugherio: ebbe un alterco con un 60enne poi travolto da un ubriaco.

Il litigio in strada, poi l'investimento mortale: condannato per concorso in omicidio stradale
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Il litigio in strada, poi l'investimento mortale: condannato per concorso in omicidio stradale. Si è concluso al Tribunale di Monza il processo di primo grado nei confronti di un 31enne di Brugherio: ebbe un alterco con un 60enne poi travolto da un ubriaco.

Condannato per concorso in omicidio stradale

Un banale litigio stradale, poi gli animi che si accendono, uno dei due automobilisti insegue l'altro e lo costringe a fermarsi sbarrandogli la strada. I due uomini scendono dalle vetture ma, pochi minuti dopo, sopraggiunge una terza auto con al volante un giovane di Concorezzo, ubriaco, che investe e uccide uno dei due conducenti fermi a lato della carreggiata. Il concorezzese ha già patteggiato una pena di quattro anni per omicidio stradale.

Si è concluso questa mattina, martedì 18 gennaio 2022, presso il Tribunale di Monza il processo per la morte di Antonio Seria, 60enne di Caponago, travolto da un'auto e ucciso sul colpo il 6 ottobre 2019 in via Adda a Monza. G.A.S., 31enne di Brugherio, è stato condannato a due anni di reclusione e alla sospensione della patente di guida. Con il medesimo provvedimento, il giudice Letizia Anna Brambilla ha inciso su una pregressa sospensione condizionale della pena, concessagli a seguito di un'altra sentenza per un precedente procedimento penale, provocandone la revoca. Il difensore dell'imputato, intanto, ha già preannunciato ricorso in Appello.

L'incidente mortale avvenuto a ottobre 2019

Era circa l'1.40 del 6 ottobre 2019 quando Seria, residente a Caponago e a bordo della sua Nissan Micra, si trovò coinvolto in un lieve incidente con l’Alfa 147 guidata dal brugherese. Procedevano entrambi sul monzese viale Sicilia, in direzione Concorezzo, quando Antonio effettuò una manovra di sorpasso e, nel rientrare in corsia, ci fu un piccolo contatto tra le due auto. Poi il litigio nato sulla strada e trasformatosi in un vero e proprio inseguimento che da viale Sicilia, a Monza, luogo del contatto tra le due auto, proseguì fino a via Adda in direzione Brugherio, dove l’Alfa bloccò l’auto di Antonio Seria, ponendosi in contromano di fronte a lui. Da lì in pochi attimi la tragedia: non appena scese dall’auto, Seria fu falciato da una terza auto, una Polo guidata da F.B., 31enne residente a Concorezzo, che proveniva dalle sue spalle verso Brugherio. L’auto non riuscì, nonostante la strada rettilinea, a evitare l’impatto, colpendo dapprima la Micra e travolgendo poi Seria prima di collidere con l’Alfa e finire la sua corsa fuori strada. 

I risultati del lavoro del consulente

Immediati, ma vani, si dimostrarono i soccorsi del personale medico, che non avevano potuto che constatare il decesso sul posto della vittima a causa delle gravissime lesioni riportate. Immediati anche i rilievi dei Carabinieri, che hanno permesso al Pm di ricostruire nel dettaglio la dinamica del sinistro, anche grazie alla consulenza tecnica redatta dall'ingegnere Pierangelo Adinolfi.

"F.B. non riuscì ad avvistare in tempo i veicoli fermi a bordo strada e a porre in essere una manovra di emergenza tale da evitare l’impatto, perché si trovava oltre i limiti di velocità e in un grave stato di ebbrezza - hanno spiegato da Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nei casi di omicidio stradale che ha seguito i familiari della vittima - Anche il comportamento delle altre due auto, e in particolare dell’Alfa 147 guidata da G.A.S., è stato evidenziato nella perizia: si trovavano 'ferme in carreggiata su una strada extraurbana, nonostante fossero entrambe funzionanti, volontariamente parcheggiate in tal modo dai rispettivi conducenti', anche se al momento dell’impatto erano già fermi da alcuni minuti e quindi avvistabili".

"Dinamica complessa, ma decisione del giudice corretta"

"Questo incidente ha avuto una dinamica complessa - evidenzia Fernando Rosa, della sede Giesse di Monza – Il giudice ha dovuto considerare molti aspetti per giungere alla decisione più corretta. La sottovalutazione dei rischi del proprio comportamento sulla strada e il mancato rispetto delle normative vigenti hanno gettato nel dramma la famiglia Seria. Abbiamo ottenuto, per i familiari, il risarcimento del danno prima della conclusione del processo penale, anche se la mancanza di Antonio non potrà mai da nulla essere colmata".

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