Il giudice diventa mamma, salta il processo sulla "puzza dei calzini"
Il procedimento che vede coinvolti (uno contro l'altro) due politici di centrodestra di Cologno Monzese entrerà nel vivo l'anno prossimo
Il dibattimento doveva entrare subito nel vivo, sentendo in aula la presunta parte lesa che a sua volta sarebbe poi stata controinterrogata anche dal legale dell’imputato. In attesa di vedere sfilare poi i testi, una ventina in tutto, in grandissima parte politici o ex di Cologno Monzese, in carica fino a circa un anno e mezzo fa. Solo che il parto del giudice titolare del procedimento, diventata mamma, ha portato a un rinvio lungo dell’udienza, slittata a settembre 2024.
Il processo sulla "puzza dei calzini"
In settimana si è comunque aperto il processo che vede sul banco degli imputati con l’accusa di diffamazione l’ex consigliere comunale di Noi con Rocchi (ora esponente di Fratelli d’Italia) Matteo Mazzamuto. A trascinarlo in Tribunale, a Monza, è stato l’attuale consigliere della Lega (ed ex assessore ai Lavori pubblici del brevissimo Rocchi bis) Fabio Della Vella.
Sullo sfondo c’è un post su Facebook pubblicato nell’estate 2022 da Mazzamuto, quando la fine anticipata dell’Amministrazione Rocchi era ormai molto prossima, per non dire imminente, nel quale faceva riferimento alla puzza dei calzini di Della Vella.
L'aneddoto raccontato dall'allora sindaco
Era stato l’allora sindaco Angelo Rocchi a farne menzione, durante un Consiglio comunale nel gennaio 2021 a pochi giorni da una forte nevicata che aveva mandato ko la viabilità. A essere duramente contestato (non solo dall’opposizione di centrosinistra) fu tutto il Piano neve comunale, ritenuto non efficace.
A volerlo difendere a spada tratta, scatenando invece l’ilarità generale, fu invece il primo cittadino:
"L’appalto è stato fatto bene, secondo tutti i crismi e per fornire un servizio di qualità - sottolineò l’allora primo cittadino, che tra pochi mesi sarà chiamato a ripetere quelle stesse parole anche in un’aula di Tribunale - Che colpa possono avere l’assessore e gli uffici se l’azienda si è mostrata inadempiente? Dovete chiedere scusa a Fabio: questo signorino qua ha passato giorno e notte in strada per l’emergenza neve, mentre voi stavate al caldo a fare i leoni da tastiera. È tornato in Comune completamente bagnato, ha dovuto mettere i suoi calzini ad asciugare sui caloriferi: si sentiva un forte odore di piedi in ufficio...".
L’aneddoto (colorito) venne immediatamente ripreso sui social dall’opposizione di centrosinistra. Nulla per quanto riguarda la maggioranza di centrodestra, nella quale però gli attriti e i contrasti si stavano da tempo stratificando giorno dopo giorno, condannando di fatto il secondo mandato Rocchi a nemmeno due anni di distanza dal suo inizio.
A luglio 2022 venne la mancata approvazione del bilancio consuntivo e lo scioglimento anticipato dell’Amministrazione. E praticamente in contemporanea, Mazzamuto decise di pubblicare su Facebook un lungo post di analisi e di j’accuse social rivolto a tutti gli assessori leghisti. Della Vella compreso, riprendendo la questione olezzo e parlando della "barzelletta dei 'calzini puzzolenti dell’assessore Della Vella'".
La richiesta di risarcimento
Mazzamuto, difeso dall’avvocato (e assessore in carica) Vincenzo Barbarisi, non ha voluto scorciatoie e ha deciso di affrontare a viso aperto il processo, sicuro di non aver commesso diffamazione. Rigido nella sua posizione anche Della Vella, che tramite il proprio legale (Antonio Cirillo, segretario cittadino dei lumbard ed ex presidente del Consiglio comunale) si è anche costituito parte civile. Non solo: diversamente da quanto avviene di solito, ha già formulato la sua richiesta di risarcimento danni, naturalmente in caso di condanna di Mazzamuto. E la cifra non è per nulla da poco, visto che si parlerebbe di ben 25mila euro.