Emergenza Coronavirus

Ha la fibrosi cistica, in Lombardia non lo vaccinano e lui va in Veneto

Un giovane di Tradate ha ricevuto la dose nel centro di Verona dove è in cura, per quanto non residente.

Ha la fibrosi cistica, in Lombardia non lo vaccinano e lui va in Veneto
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Con la Fibrosi cistica, malattia genetica grave, Davide Valier è riuscito a vaccinarsi solo in Veneto: la Lombardia non ha ancora fatto partire le vaccinazioni per i pazienti fragili. Una storia che ci raccontano i nostri colleghi di primasaronno.it.

Con la Fibrosi cistica si vaccina in Veneto e non nella sua regione

Un grazie alla regione Veneto e al centro Fibrosi cistica Borgo Trento che con la loro efficienza e disponibilità hanno permesso di vaccinare anche i malati fuori regione.  Spero che Regione Lombardia si dia una mossa, la situazione per i malati lombardi sta diventando insostenibile.

Così Davide Valier, affetto fin dalla nascita da fibrosi cistica, ha annunciato la notizia della sua avvenuta vaccinazione anticovid dopo tante settimane di attesa e di frustrazione per la mancata chiamata nella sua Regione. Proprio lui che ha combattuto in prima linea, mettendoci la faccia per protestare contro i disservizi ai danni dei più fragili, completamente dimenticati nel piano lombardo, alla fine è infatti stato vaccinato in Veneto, perché in cura in un centro veronese.

E’ stato fortunato perché è in cura nel primo centro di fibrosi cistica aperto nel nostro Paese, un punto di riferimento a livello nazionale. Qui non hanno voluto discriminare i loro pazienti in base alla residenza e così hanno somministrato la dose di Pftizer anche a lui, seppure non veneto - ha raccontato con soddisfazione la madre Francesca Farma - L’organizzazione è stata perfetta”.

Resta però l’amarezza di essere dovuti andare fuori dalla propria regione per ricevere il vaccino più velocemente:

Ora in Lombardia si parla di settimana prossima, ma la vedo dura perché l’organizzazione mi sembra in alto mare, come dimostrano le risposte alle interrogazioni delle minoranza. Almeno però si inizia a parlare anche in Lombardia dei fragili, fino a questo momento totalmente dimenticati”.

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