Fondazione Anni sereni, il Cda delle convergenze parallele
E a Brignano si avvicina sempre di più l'accordo tra Beatrice Bolandrini e la Lega...
Una stretta di mano e l’accordo è fatto, tra Treviglio e Caravaggio, sul nuovo Consiglio di amministrazione della Casa di riposo Anni Sereni. Dopo una settimana piuttosto convulsa di trattative, le nomine per il Cda in scadenza sono state rese note nel pomeriggio di martedì 9 nel corso di una conferenza stampa congiunta, convocata non a caso proprio dai due sindaci Juri Imeri (Lega) e Claudio Bolandrini (Pd). Il nuovo direttivo eleggerà ora al suo interno il nuovo presidente, ma tutto fa pensare che si vada verso una riconferma di Augusto Baruffi, con buona pace della Lega trevigliese che invece avrebbe voluto un cambio al vertice.
Le convergenze parallele
Gli incastri politici dietro al nuovo Cda sono un piccolo capolavoro di diplomazia e fanno in sostanza contenti tutti i giocatori al tavolo. A Treviglio, a Caravaggio, a Fara e persino a Brignano, che apparentemente non c’entrerebbe nulla con questa partita. Ma andiamo con ordine…
Sette membri nel Cda di Anni sereni
Sono sette i membri del Cda, secondo lo statuto: tre nominati da Treviglio, tre da Caravaggio e uno da Fara d’Adda. I tre designati da Treviglio sono:
– Valerio Bonardi: leghista di Brignano ex assessore ai Servizi sociali del sindaco Giuseppe Ferri. Una nomina estremamente significativa soprattutto per Palazzo Visconti. Bonardi infatti era dato come papabile candidato sindaco della Lega a Brignano. Non in pochi leggono la sua nomina come un sostanziale ritiro dalla corsa, che rende più vicino nel paese dell’Innominato, un accordo tra la sindaca uscente Beatrice Bolandrini (vicina agli azzurri, e sorella di Claudio) e la Lega locale. Un ricompattamento del centrodestra, di cui il Giornale di Treviglio ha scritto sul numero in edicola, che potrebbe arrivare ora dopo anni di frizioni interne.
– Francesca Mangano: figlia dell’assessore ai Lavori pubblici Basilio, è espressione dell’ala “manganiana” della maggioranza trevigliese, oltre che membro del Tavolo di lavoro per i Servizi alla persona di Treviglio.
– Cesare Lombardi: presidente della Comunità La Famiglia di via Portaluppi. Sarebbe in lizza per la vice-presidenza.
L’Amministrazione comunale di Caravaggio ha invece nominato
– Augusto Baruffi. È il presidente uscente di Anni sereni e aveva incassato da subito la fiducia del sindaco Claudio Bolandrini, per il quale del resto è anche Presidente del Consiglio comunale. La Lega trevigliese avrebbe invece voluto la sua testa. Un po’ per motivi di campanile: era stato invocato una sorta di diritto all’alternanza sulla presidenza dell’ente, tra Treviglio e Caravaggio. Ma un po’ anche per motivi strettamente politici: Baruffi tre anni fa aveva infatti abbandonato la Giunta leghista di Prevedini prima delle ultime elezioni amministrative di Caravaggio, formando una propria lista e favorendo La vittoria del centrosinistra di Claudio Bolandrini. La strada per la sua riconferma alla presidenza è (quasi) spianata e anche il sindaco di Treviglio Juri Imeri in conferenza stampa ha elogiato la conduzione della Fondazione sotto la sua presidenza.
– Carla Lucia Gatti
– Gianfranco Legramandi, già rappresentante dei genitori nel Consiglio scolastico di Caravaggio.
Il sindaco di Fara d’Adda Armando Pecis non era presente in conferenza stampa ma, come annunciato, ha nominato come rappresentante del proprio Comune
– Oreste Risi, primario di Urologia all’ospedale, in area Forza Italia e “alleato” di Baruffi.
I grandi esclusi
Non mancano alcuni grandi esclusi tra le candidature arrivate in Fondazione entro il termine scaduto mercoledì di settimana scorsa. Tra questi i trevigliesi Gianluca Pignatelli (consigliere d’opposizione in area FI e decisamente poco apprezzato da tutta la maggioranza trevigliese, che aveva abbandonato dopo il Pezzonigate fondando una propria lista). Fuori anche l’ex sindaco Luigi Minuti. Caravaggio ha invece stoppato la candidatura di Stefano Verducci, marito dell’ex assessore della Giunta Bolandrini Mara Carminati, “silurata” alla fine dell’anno scorso al termine dello “scandalo delle slot”. E chiaramente in rotta, da mesi, con la Giunta Pd al governo.