Tribunale

Finti controlli nei negozi per avere in cambio regali: a processo dieci finanzieri

Rinviati a giudizio alcuni militari del Gruppo di Sesto San Giovanni, autori secondo la Procura di falsi accertamenti sull'emissione degli scontrini.

Finti controlli nei negozi per avere in cambio regali: a processo dieci finanzieri
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Finti controlli nei negozi per avere in cambio regali: a processo dieci finanzieri. Rinviati a giudizio alcuni militari del Gruppo di Sesto San Giovanni, autori secondo la Procura di falsi accertamenti sull'emissione degli scontrini.

Finti controlli sugli scontrini per avere regali: finanzieri a processo

Falsi controlli sugli scontrini, allo scopo di creare una rete di relazioni tra i commercianti. Questa l’accusa contestata a dieci militari della Guardia di Finanza, rinviati a giudizio dal Tribunale di Monza per una serie di contestazioni di falso e, in un caso, anche del reato di induzione indebita a dare e promettere utilità. Si tratta di fatti risalenti al 2017 e al 2018, quando gli imputati prestavano servizio nel Gruppo Guardia di Finanza di Sesto San Giovanni. Tra loro figurano militari residenti tra Monza, Cologno Monzese, la stessa Sesto, Paderno Dugnano, Bresso e Cinisello Balsamo.

I finti accertamenti sarebbero stati eseguiti in attività commerciali presenti all'interno della zona di competenza della Compagnia sestese e che si estende (oltre che al Nord Milano) anche a Segrate, Vimodrone, Rodano e Carugate. In occasione di varie attività ordinarie di controlli connessi al rilascio di scontrini e ricevute fiscali, avrebbero attestato falsamente di aver compiuto determinati atti, o di aver ricevuto dichiarazioni che in realtà non avrebbero nemmeno raccolto. Nel caso di un negozio di abbigliamento di Cologno, per esempio, due imputati avevano attestato di aver proceduto al controllo relativo all’emissione di uno scontrino del valore di 20 euro a una cliente per l’acquisto di una cravatta. In realtà non avrebbero redatto nulla, ma si sarebbero limitati a chiedere al commerciante di emettere uno scontrino da 20 euro, dando atto della circostanza che dal controllo (per l’accusa falso) non era emersa alcuna irregolarità. In questo modo avrebbero perfezionato un finto "controllo strumentale" con esito positivo, in modo tale da indurre il negoziante colognese a consegnare ai due finanzieri una camicia prodotta a mano, senza versare alcun corrispettivo.

Le accuse della Procura di Monza

Secondo il pm Rosario Ferracane, insomma, i militari redigevano falsi verbali relativi a controlli fiscali con esito positivo, in cambio di piccoli favori e regalie (come nel caso appunto della camicia) o anche solo per creare una rete di relazioni e di rapporti illeciti con i negozianti. Da qui deriva anche la contestazione (un singolo episodio accertato) di induzione indebita a dare o a promettere utilità, un reato introdotto dalla Legge anticorruzione del 2012, con la quale il legislatore ha apportato rilevanti modifiche alla categoria dei reati contro la Pubblica amministrazione allo scopo di inasprire i mezzi repressivi e il trattamento sanzionatorio.

I difensori dei finanzieri sostengono la totale inconsistenza delle accuse, e sono decisi a dimostrare l’innocenza dei loro assistiti a giudizio. Si va in aula ai primi di luglio.

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