Tribunale

Falsi controlli nei negozi anche della Martesana, finanzieri a processo

Sono dieci i militari alla sbarra, due dei quali risiedono a Cologno Monzese

Falsi controlli nei negozi anche della Martesana, finanzieri a processo
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Falsi accertamenti allo scopo di creare una rete di relazioni tra i commercianti. Questa l’accusa contestata a dieci militari della Guardia di Finanza, a processo al Tribunale di Monza per falso e, in un caso, anche per induzione indebita a dare e promettere utilità.

Le accuse della Procura

Gli episodi contestati dalla Procura brianzola risalgono al 2017 e al 2018, quando gli imputati prestavano servizio nel Gruppo di Sesto San Giovanni. Tra loro figurano anche un 47enne e un 35enne residenti a Cologno Monzese, mentre gli altri vivono a Sesto San Giovanni, Paderno Dugnano, Bresso e Cinisello Balsamo. I fatti riguardano controlli effettuati in esercizi commerciali dell’Hinterland nord di Milano (Cologno, Cinisello, Sesto) e a Segrate, Vimodrone, Rodano e Carugate.

L'episodio del controllo in un negozio del centro

In occasione di varie attività connesse al rilascio di scontrini e ricevute fiscali, avrebbero attestato falsamente di aver compiuto determinati atti o di aver ricevuto dichiarazioni che in realtà non avrebbero nemmeno raccolto. Nel caso di un negozio del centro di Cologno, per esempio, due imputati (tra i quali uno dei residenti in città) dichiararono di aver proceduto al controllo relativo all’emissione di uno scontrino da 20 euro a una cliente per l’acquisto di una cravatta.

L'accusa di falso (e non solo)

In realtà non avrebbero redatto nulla, ma si sarebbero limitati a chiedere al commerciante di emettere il documento fiscale, dando atto della circostanza che dal controllo (per l’accusa falso) non era emersa alcuna irregolarità. In questo modo avrebbero perfezionato un finto controllo strumentale con esito positivo, in modo tale da indurre il negoziante a consegnare ai due finanzieri una camicia prodotta a mano, senza versare alcun corrispettivo.
In settimana si è tenuta un’udienza del processo. E dalla testimonianza rilasciata da un ufficiale delle Fiamme Gialle è emerso come l’inchiesta sia nata: intercettando un commercialista nell’ambito di un’altra indagine.

Secondo il pm, i militari redigevano falsi verbali relativi a controlli fiscali con esito positivo, in cambio di piccoli favori e regalie (come nel caso appunto della camicia) o anche solo per creare una rete di relazioni e di rapporti illeciti con i negozianti. Da qui deriva anche la contestazione (un singolo episodio) di induzione indebita a dare o a promettere utilità, un reato introdotto dalla Legge anticorruzione del 2012 con la quale il legislatore ha apportato rilevanti modifiche alla categoria dei reati contro la Pubblica amministrazione.

I difensori respingono ogni accusa

I difensori dei finanzieri sostengono la totale inconsistenza delle accuse e sono decisi a dimostrare l’innocenza dei loro assistiti. Si torna in aula a ottobre.

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