Fallimento Odos, mille pazienti hanno pagato per cure mai ricevute
E' il quadro emerso durante l'audizione di questa mattina, mercoledì 10 febbraio, in Commissione Sanità di Regione Lombardia.
Odos, mille pazienti hanno pagato per cure mai ricevute. E’ il quadro emerso durante l’audizione di questa mattina, mercoledì 10 febbraio, in Commissione Sanità di Regione Lombardia
Odos, mille pazienti hanno pagato per cure mai ricevute
La Odos Service, società che gestiva il servizio odontoiatrico per conto di alcune aziende sanitarie lombarde tra cui Asst di Monza e Asst di Vimercate, è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Monza il 28 ottobre 2020. La società, che contava circa 250 dipendenti, operava anche nei poliambulatori pubblici di Seregno, Cesano Maderno, Limbiate, Muggiò, Nova Milanese, Desio, Brugherio.
Il piano di salvataggio
Pochi giorni dopo il fallimento, con l’avvallo el Tribunale, la curatrice aveva trovato un operatore del settore disposto a subentrare per continuare l’attività degli ambulatori odontoiatrici, un piano di salvataggio finalizzato a salvaguardare almeno una parte dei posti di lavori e garantendo i servizi essenziali ai pazienti in attesa da mesi. L’operatore avrebbe affittato i rami d’azienda ancora produttivi. In un primo momento sembrava dovesse essere Regione Lombardia a sottoscrivere l’accordo in rappresentanza delle aziende sanitarie territoriali che usufruivano dei servizi di Odos, invece poi le aziende sanitarie si sono mosse in autonomia. A gennaio la Gafin Hospital Srl, società afferente al gruppo Gerhò di Bolzano, è subentrata negli studi odontoiatrici dell’Asst Niguarda, mentre altre aziende territoriali, come la Asst di Vimercate, oggi Asst Brianza, ha preferito aprire una manifestazione d’interesse a cui seguirà un bando per affidare il servizio.
Gigi Ponti e Carlo Borghetti, consiglieri del Partito Democratico
Dal 28 ottobre, da quando è stata emessa la sentenza di fallimento del service, sono state quasi mille le persone che hanno pagato prestazioni mai ricevute: 330 hanno chiesto un rimborso, 590 hanno chiesto di poter continuare le cure. Di questi solo poche decine hanno ottenuto il rimborso e pochissimi, solo i casi più urgenti, hanno ricevuto le cure. A rendere tutto più complicato è il fatto che i pazienti non hanno neppure le cartelle cliniche perché la curatela della società fallita non ne ha autorizzato l’accesso. Un quadro gravissimo che coinvolge cittadini che spesso già vivono in condizioni di difficoltà e non sono in grado di tutelarsi da soli. Persino i numeri che abbiamo ad oggi rischiano di essere la punta di un iceberg perché sono relativi solo a coloro che hanno informato l’Asst del problema, altri potrebbero non averlo neppure fatto. Per questo l’urgenza è innanzitutto definire il perimetro dei cittadini rimasti senza cure e avviare un percorso accellerato che garantisca loro il servizio che attendono da mesi al più presto. Chiediamo alla Regione di attivarsi per questo. Resta poi il tema urgente di valutare come il servizio sanitario regionale debba cambiare linea sulla odontoiatria pubblica: le esternalizzazioni hanno già gravemente fallito nel recente passato, ed è ora di rilanciare una odontoiatra pubblica sul territorio e in ospedale che dia risposte certe e di qualità innanzitutto verso i pazienti più fragili e complessi
Marco Fumagalli, consigliere del Movimento 5 Stelle
Dalla audizione si conferma che come avevo anticipato nelle mie richieste a Regione Lombardia per talune ASST ci fosse l’obbligo di subentro contrattuale come richiesto dal Tribunale fallimentare mentre per altre andava valutata la eventualità. Tanto è vero che ASST Niguarda e Sacco hanno dovuto proseguire il servizio secondo le indicazioni del Tribunale fallimentare. Per quanto riguarda le pressioni che ho ricevuto per evitare che il Niguarda proseguisse secondo le richieste del curatore, confermate dalla risposta ricevuta dalla assessore Moratti in data 2 febbraio 2021, mi auguro che a fare chiarezza sia la procura competente nell’interesse dei lavoratori e dei pazienti e della trasparenza dell’azione amministrativa.
Andrea Monti, vicecapogruppo della Lega
Credo che oggi in Commissione sia stata fatta piena chiarezza su uno dei punti più rilevanti della vicenda Odos. Non è legalmente possibile trasferire i contratti già scaduti dall’azienda fallita a una subentrante. Si tratta di un punto fermo sul quale sono stati concordi i dirigenti sanitari intervenuti stamattina in Commissione: Marco Salmoiraghi (DG vicario della Direzione Welfare in Lombardia), Nunzio del Sorbo (DG Asst Brianza) e Mario Alparone (Asst Monza). Un passaggio di contratti scaduti da una società ad un’altra sarebbe un’operazione al di fuori del perimetro legale. Fra l’altro i dirigenti sanitari non hanno avuto problemi nel sottolineare un comportamento inusuale, se non improprio, da parte del curatore fallimentare su una questione che non lascia dubbi di sorta. Per quanto riguarda il consigliere grillino Fumagalli non posso fare a meno di rimarcare il suo comportamento che oggi è stato parecchio distante dai toni abituali dei suoi comunicati: leone sui social e agnellino in Commissione. Resto ancora curioso di conoscere i motivi per cui Fumagalli si sia interessato in questi termini della vicenda, e sono convinto che dovrebbe fare piena luce anche sul ruolo che ha inteso ricoprire, in alcuni passaggi fuori dagli ambiti del ruolo di consigliere regionale