il giallo

Eseguita l'autopsia, resta il mistero sulla morte di Erika Ferini Strambi

Non ci sono lesioni evidenti, coltellate o ferite d’arma da fuoco sul corpo della 53enne ritrovata tra Rodano e Pantigliate

Eseguita l'autopsia, resta il mistero sulla morte di Erika Ferini Strambi
Pubblicato:

Resta il mistero sulla morte di Erika Ferini Strambi, la 53enne milanese, manager delle risorse umane di  Luxottica, scomparsa nella notte tra sabato 5 e domenica 6 luglio e ritrovata senza vita dieci giorni dopo in un campo di mais a Pantigliate, al confine con Cassignanica, frazione di Rodano.

La scomparsa

La donna, residente in piazzale Cuoco, nel quartiere Calvairate, era stata vista l’ultima volta sabato 5 luglio 2025 a Segrate. Era stata al ristorante InGordo, dove era in programma una serata karaoke, una delle sue grandi passioni. Era arrivata in compagnia di un amico e aveva anche cantato un paio di canzoni. Poi, poco prima dell’una, aveva lasciato il locale, da sola, nonostante qualcuno si fosse offerto di accompagnarla.

Da qui inizia il mistero. Perché la donna, anziché dirigersi verso casa, ha iniziato a girovagare lungo le strade provinciali dalle parti dell'aeroporto di Linate e del Parco della Muzza. Le telecamere l’hanno ripresa più volte, sempre sola alla guida della sua Mini Cooper nera, che aveva adattato a causa della sua corporatura minuta e di una disabilità motoria che si trascinava dall’infanzia e che l’obbligava a camminare con le stampelle.

Il suo telefonino ha agganciato sempre la stessa cella, tra Cascina Nuova e Roverbella a Pantigliate, verso Cassignanica. E si spento (o è stato spento) dall'alba di domenica 6 luglio.

Il ritrovamento

L’allarme è scattato il giorno dopo, quando il padre Aldo Sergio, non avendo sue notizie da giorni, ha presentato denuncia di scomparsa ai Carabinieri.

Le persone vicine alla donna si sono anche rivolte alla trasmissione Chi l’ha visto?, andata in onda lunedì 14 luglio. Un’amica, Ottavia, aveva lanciato un disperato appello:

Qualsiasi cosa stai facendo, se ti sei allontanata insieme a qualcuno che ti ha promesso l’amore per sempre, se sei felice, faccelo sapere, raccontacelo, perché vogliamo condividere con te questo tuo momento di felicità e fare insieme tutte quelle feste che tanto ti piacciono dove puoi cantare tutta la notte.

Ma Erika Ferini Strambi era morta da più di una settimana. Poi, mercoledì 16 luglio, un agricoltore ha notato la sua auto in una zona di campagna a Pantigliate e ha avvisato le Forze dell’ordine. La Mini Cooper era con il muso in un fosso, chiusa e con le chiavi inserite nel cruscotto. Ma non c’erano segni evidenti di un incidente, tanto che gli airbag non sono esplosi.

Il corpo senza vita di Erika Ferini Strambi è stato trovato a 200 metri di distanza.

Le condizioni in cui è stato recuperato il corpo

Era senza una scarpa e con le mutandine accanto al cadavere. Particolari che hanno subito fatto pensare che la 53enne fosse in compagnia di qualcuno, anche perché una persona nelle sue condizioni avrebbe fatto non poca fatica a uscire da sola dall’auto finita nel fosso.

Oltretutto con delle fratture alle costole. Ma, soprattutto, non c’era traccia né del suo telefono né della borsa contenente i documenti.
In particolare il telefono è ritenuto un elemento chiave per gli inquirenti, che hanno disposto le operazioni di sfalcio dell’erba in quella zona, iniziate martedì pomeriggio, nella speranza di trovare il cellulare. Tre giorni di lavoro senza risultati.

L'esito dell'autopsia

I primi esiti dell’autopsia eseguita ieri, venerdì 25 luglio 2025, all'istituto di Medicina legale di Milano, sul corpo di Erika Ferini Strambi sono interlocutori.

Non ci sono lesioni evidenti, coltellate o ferite d’arma da fuoco, anche se sono state riscontrate fratture alle costole che sarebbero compatibili con l’incidente.

Il pubblico ministero Francesco De Tommasi, incaricato dell’inchiesta, ha aperto un fascicolo per omicidio a carico di ignoti e disposto l’esame autoptico.

Resta quindi un giallo la morte della donna, anche perché non è escluso che esami più approfonditi possano mettere dare indicazioni diverse. Proprio per questo sono stati disposti alcuni esami istologici.

Le altre indagini

Gli investigatori del reparto operativo dei Carabinieri di Milano sperano di ricostruire le ultime ore di vita di Erika proprio grazie allo smartphone.

Anche se nessun amico pare abbia ricevuto telefonate o messaggi quella notte e dal cellulare della vittima non è partito alcun allarme. Dall’analisi del telefono si potrebbe capire se aveva appuntamento con qualcuno, quella stessa persona che forse l’ha uccisa. Anche se è possibile che si sia trattato di un incontro occasionale.

E in questo senso potrebbero essere decisivi i riscontri su alcune impronte digitali rinvenute sull’auto della donna. Gli inquirenti hanno poi ascoltato amici e familiari, ma finora non sarebbero emersi elementi utili a chiarire cosa possa essere accaduto quella notte.

Podcast Adda Martesana: Storie di successo