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Due nuovi focolai in Lombardia, uno alle porte di Milano: spaventa anche la variante “milanese”

I ricercatori della Statale hanno identificato una nuova mutazione del virus SarsCoV2 che potrebbe avere conseguenze sulla diffusione nell'organismo umano e sulla sua evoluzione clinica.

Due nuovi focolai in Lombardia, uno alle porte di Milano: spaventa anche la variante “milanese”
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Due nuovi focolai preoccupano la Lombardia, un alle porte di Milano, l’altro nella Bergamasca. In particolare spaventa la variante inglese, ma senza sottovalutare neppure quella brasiliana. E intanto cos’è questa famosa variante “milanese” subito salita alla ribalta delle cronache? Ne parlano i colleghi di primaMilano

A Bollate 59 persone positive al Covid, 3 alla variante inglese


Sono emersi ben tre casi di variante inglese legati al focolaio Covid alle scuole di Bollate, nell’hinterland del capoluogo lombardo. Nella giornata di ieri, giovedì 11 febbraio 2021, sono state chiuse la primaria Marco Polo nella frazione di Ospiate, e l’istituto comprensivo in centro a Bollate, che comprende una primaria e una media.

Come riporta Prima Milano Ovest Ats Città Metropolitana di Milano ha individuato un focolaio di casi Covid-19 che ha visto coinvolti 45 alunni e 14 insegnanti/operatori della scuola dell’infanzia dell’Istituto comprensivo Rosmini di Bollate (MI). I casi Covid sono tutti in isolamento e tutta la scuola (alunni e operatori) è stata posta in quarantena.

Poiché a seguito di approfondimenti di laboratorio sono state registrate 3 positività alla variante SARS-CoV 2 inglese, è stato attivato uno specifico protocollo di sorveglianza che prevede l’effettuazione del tampone molecolare al termine dei 14 giorni di quarantena per tutti i contatti stretti. Sono stati segnalati casi Covid collegati al focolaio della scuola dell’infanzia nelle scuole primarie Rosmini e Marco Polo, sempre a Bollate. Si è quindi ritenuto opportuno, d’intesa con la scuola e con il sindaco di Bollate, sospendere le attività in presenza anche delle scuole primarie fino al completamento dell’attività di screening, a cui saranno sottoposti tutti i frequentanti delle scuole sopra citate, e alla valutazione dei suoi esiti.

L’Ats Città Metropolitana di Milano è in contatto con il sindaco di Bollate Francesco Vassallo e continua a monitorare l’andamento dei contagi per valutare la necessità di implementare ulteriori misure di sanità pubblica.

Copione similare anche a Treviglio: una variante?

Un copione non dissimile riportato anche dai colleghi di Prima Treviglio. Oggi, 12 febbraio 2021, la scuola media di Arcene e le due classi quinte delle elementari, resteranno chiuse “fino a data da definirsi”. Lo ha comunicato il sindaco Roberto Ravanelli attraverso una comunicazione ufficiale ai cittadini in seguito a un aumento preoccupante dei contagi in paese legato, in particolare, alla crescita dei casi Covid all’interno della scuola media.

“Siamo costretti a malincuore a interrompere l’attività didattica in presenza nella scuola secondaria di primo grado coinvolgendo tutte le classi delle medie e le due quinte della primaria (…). Purtroppo, dopo mesi di relativa tranquillità, nelle nostre scuole è partito adesso un contagio che di giorno in giorno si sta facendo più esteso. L’ATS di competenza del nostro territorio ha consigliato la chiusura della scuola a tempo indeterminato, ovvero fintanto che la situazione epidemiologica non mostrerà un regresso mediante gli accertamenti sanitari attivati”.
Il sospetto che la virulenza ad Arcene sia il risultato di un focolaio, anche di varianza del virus, è fondato e ci deve responsabilizzare particolarmente anche in previsione delle vacanze di Carnevale (…).  La metà dei positivi del nostro territorio è costituita da studenti delle nostre scuole, l’altra metà è composta da genitori e nonni che rischiano la vita. Più saremo attenti a circoscrivere il contagio, meglio e presto ne verremo fuori, altrimenti un periodo di lutti potrebbe di nuovo funestare il nostro paese. Non voglio spaventare nessuno, ma neanche nascondere i rischi a cui siamo esposti”, sottolinea Ravanelli.

Ed ecco cos’è infine la variante “milanese”

Ma la variante inglese alle porte della città (e ormai anche al suo interno) non è l’unica fonte di preoccupazione per le istituzioni milanesi. Come gli esperti hanno ripetuto negli ultimi mesi i coronavirus tendono a mutare, creando delle varianti. La maggior parte di esse non sopravvive, statisticamente, però, qualcuna ce la fa. E’ il caso di quella che è già stata soprannominata la “variante milanese“.

ricercatori della Statale di Milano – Serena Delbue, Pasquale Ferrante ed Elena Pariani – hanno identificato una nuova mutazione del virus SarsCoV2, che potrebbe avere conseguenze sulla diffusione nell’organismo umano e sulla sua evoluzione clinica, ma (una buona notizia) che non sembra avere effetto sull’efficacia dei vaccini. I dati sono stati pubblicata sulla rivista Emerging Microbes & Infections. A differenza delle mutazioni identificate finora il punto più interessante è legato al fatto che, per la prima volta, la variante non si trova sulla proteina Spike, che il virus utilizza per entrare nelle cellule, ma sulla proteina ORF-6. 

“Si tratta di una proteina molto piccola, che ha una funzione regolatoria nel virus, cioè non crea la sua struttura, ma agisce sulla sua patogenesi, cioè sul modo in cui il virus causa la malattia nell’organismo ospite”, ha spiegato all’Ansa Serena Delbue.

Ciò potrebbe significare, ma siamo ancora nel campo delle ipotesi da verificare, che questa variante non inciderebbe sulla contagiosità del virus. Non avrebbe invece alcun effetto sull’efficacia del vaccino.

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