lutto

Dolore e lacrime per l'addio a Serghei, il ragazzo annegato nella Muzza

Straziante cerimonia al cimitero di Cassano d'Adda per l'ultimo saluto al 16enne di origine moldava che frequentava l'istituto Bellisario di Inzago

Dolore e lacrime per l'addio a Serghei, il ragazzo annegato nella Muzza
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Dolore straziante e incredulità. Si sono tenuti oggi, mercoledì 18 giugno 2025, al cimitero di Cassano d'Adda i funerali di Serghei Fortuna, il ragazzo di 16 anni di origine moldava annegato domenica nel tratto di Muzza tra Groppello e il castello nel pressi del Campasc.

Cerimonia al cimitero

Erano presenti, oltre ai familiari, straziati dal dolore, tantissimi amici e compagni di scuola dell'istituto Bellisario di Inzago che lui frequentava. Sono stati proprio gli amici a portare a spalla il feretro dalla casa del commiato alla cappella dove si è tenuta la cerimonia funebre, sono stati proprio i suoi compagni di tante avventure.

Don Vittore Baselli, che ha officiato la cerimonia, ha spiegato che Serghei era di religione cristiana ortodossa, ma che in un simile momento si era uniti in un'unica grande preghiera, a prescindere dal proprio credo.

Il sacerdote si è più volte commosso durante l'omelia:

Ci sentiamo persi. Ci manca l'aria, ci manca la luce. Per poter capire e comprendere non soltanto quel che è avvenuto ma trovare un pochino di luce e poter ripartire nella vita quotidiana.

Credo che questa fatica coinvolga tutti, soprattutto i genitori, ma anche i parenti, gli amici, le persone che erano presenti a questo dramma che ha toccato tutta la comunità. Perché quando viene meno un giovane tutta la comunità soffre.

La comunità si interroga che cosa avrebbe potuto o dovuto fare. E' giusto così, perché la morte di un giovane sia almeno salvezza per altri.

Custodire il silenzio

Così il sacerdote ha chiesto in un simile momento di coltivare il silenzio.

Davanti alla morte di Serghei è doveroso lasciarci abitare dal silenzio, quel terreno fecondo per poter comprendere e lasciarci abitare da Dio per quelle domande che faticano a prendere forma nella nostra esistenza.

Poi ha rivolto un appello ai ragazzi:

Non abbiate paura a permettere alle domande che sono nella profondità della coscienza di abitare nell'intelligenza e nel cuore.

Oggi Serghei ci dice "Imparate dal silenzio"

Don Vittore ha poi esortato a non perdere la memoria, fatta dei tanti ricordi legati alla vita del 16enne emersi in questi giorni, ma a farli diventare vivi.

Facciamo che la sua vita, questo dramma che ci coinvolge, sia sapienza per ciascuno di noi. La vita è un dono prezioso.

L'ultima parola su cui si è soffermato è la fede, quella che dona il senso all'esistenza.

Presenti alla cerimonia anche il sindaco Fabio Colombo e il dirigente scolastico del Bellisario Gustavo Matassa.

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