Corruzione in Comune a Pessano con Bornago, condannata solo Angela Galbiati al processo con rito abbreviato
Assolti invece Carlo Oggionni, che si è trasferito all'Ufficio tecnico di Cassina de' Pecchi, e gli altri imputati che hanno scelto l'abbreviato
Tutti assolti al processo per corruzione in Comune, tranne la dipendente del Comune di Pessano con Bornago Angela Galbiati. E' la sentenza del giudice emessa ieri, lunedì 6 maggio 2024, nel processo con rito abbreviato che si è concluso presso il Trubunale di Monza.
Indagine per corruzione
Nel mese di maggio 2022 erano stati 5 in tutto gli indagati raggiunti da misura restrittiva con accuse di corruzione, turbativa d’asta, e falso (tutti agli arresti domiciliari). Al centro dell'inchiesta c'era Francesco Tallarita, l’imprenditore di Verano Brianza accusato di corruzione per appalti relativi al verde pubblico in vari comuni della provincia di Monza. Lui aveva scelto il patteggiamento che è stato accordato.
Oltre a lui erano finiti alla sbarra anche Francesco Bonasera, residente a Bovisio Masciago, in servizio all'ufficio tecnico di Desio; Angela Galbiati, cittadina biassonese, funzionaria dell'ufficio Lavori pubblici del Comune di Pessano con Bornago, Giovanni Mancini, capo del Settore gestione territorio presso l'amministrazione di Biassono, e Stefano Buccino, architetto milanese, dipendente presso la Provincia di Monza e Brianza.
A Pessano due gare hanno visto il coinvolgimento di Carlo Oggionni, anche lui dipendente in Municipio. Secondo l'accusa, d'accordo con Galbiati, avrebbe pilotato il sorteggio per l'appalto relativo alla riqualificazione del verde del paese e comunicato in anticipo il lancio della gara per la realizzazione di un'oasi naturalistica nel Molgora assicurando l'aggiudicazione a Tallarita prima ancora di ricevere l'offerta.
Assoluzioni, patteggiamenti e una condanna
Il gup Francesca Bianchetti ha assolto tutti gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato, a eccezione di Angela Galbiati, cittadina di Biassono, condannata a 3 anni per due soli capi di imputazione (relativi a lavori sul verde nella zona di Pessano). Per lei erano stati chiesti 5 anni e 4 mesi.
Confermato dunque il patteggiamento a 4 anni per Tallarita. Patteggiamento anche per Giovanni Mancini (due anni con pena sospesa), capo del settore gestione territorio in Comune a Biassono, per Stefano Buccino, dipendente della provincia di Monza, per Angelo Tringali, ingegnere di Cernusco sul Naviglio responsabile del Servizio gestione manutenzione strade presso la Provincia di Monza, per Maurizio Marotto, di Brianzacque, e per Matteo Dozio.
Assoluzione per Francesco Bonasera, residente a Bovisio Masciago, in servizio all'ufficio tecnico di Desio, per Carlo Oggionni, oggi dipendente in Municipio a Cassina de' Pecchi, per Maurizio Cazzaniga, del settore territorio presso il comune di Biassono, per Maria Cidoni, moglie di Tallarita, per Enrico Rivolta e Massimo Sangiorgio, architetti presso il Comune di Biassono.
Respinte le richieste dell'accusa
Cade dunque parte dell’impianto accusatorio della procura, che parlava di spaccato criminale allarmante e inquietante attorno alla figura di Tallarita, il quale, secondo le accuse, aveva creato una rete di contatti grazie alla quale riusciva ad accaparrarsi molti appalti di piccola o media rilevanza (totale stimato due milioni e mezzo di euro, per un profitto illecito di circa 260mila euro: l’equivalente della somma che gli era stata sequestrata in primavera) attraverso tre società a lui riferibili, utilizzate a turno per aggirare il principio di rotazione di affidamenti. Decisivo, per capire cosa abbia portato a questa decisione, sarà leggere le motivazioni della sentenza, attese entro 90 giorni.
E’ possibile che in alcuni casi il giudice abbia assolto per “tenuità del fatto contestato”, anche se è solo un'ipotesi formulata dagli avvocati.
Soddisfazione per Oggionni
Grande soddisfazione per Carlo Oggionni. Così il legale Manuela Mercassoli che lo ha difeso insieme con Michele Villa :
E' una vicenda che lo ha molto provato. E' un padre di famiglia, molto inserito nella comunità pessanese dove è conosciuto. L'accusa di corruzione per lui che è innocente aveva macchiato sensibilmente la sua onorabilità e lui ne aveva sofferto parecchio.
E' stato costretto a cambiare luogo di lavoro, spoostandosi a Cassina, ma richiava di vedere la sua carriera compromessa. Fortunatamente ora la vicenda giudiziaria si è conclusa con la sua piena assoluzione. Può tornare pienamente alla sua vita.