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Coronavirus, Salvini: “Governo ha detto no a misure drastiche, sono preoccupato”

Nelle scorse ore si è tenuto lincontro fra il Governo e Salvini, Meloni e Tajani.

Coronavirus, Salvini: “Governo ha detto no a misure drastiche, sono preoccupato”
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Il  leader della Lega Matteo Salvini si dice “preoccupato” dopo l’incontro col Governo in cui era stata avanzata la richiesta di chiusura totale delle attività per 15 giorni per contrastare la diffusione del coronavirus.

Coronavirus, Salvini: “Va chiuso tutto ciò che non è strategico”

Ascoltate sì ma non soddisfatte le richieste avanzate da Regione Lombardia e portate nel pomeriggio al Governo dalla delegazione del centrodestra formata da Matteo Salvini (Lega), Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) e Antonio Tajani (Forza Italia) di una chiusura totale di tutte le attività per ridurre le possibilità di diffusione del coronavirus. E’ quanto ha fatto sapere Matteo Salvini:

“Amici, esco preoccupato dall’incontro col governo.
Abbiamo portato al tavolo le richieste di famiglie, lavoratori e imprese, che chiedono misure forti, drastiche, subito: chiudere tutto adesso per ripartire sani.  La risposta è stata ‘no’.
Rimangono tutte le incertezze che preoccupano i cittadini.
Temo venga sottovalutata la gravissima emergenza sanitaria che sta estendendosi a tutte le regioni.
Ribadiamo: tutto quello che non è strategico va chiuso, eccetto alimentari, sanità, sicurezza. Occorre anche un intervento straordinario per i sindaci. Occorrono cifre e misure certe per garantire il mondo produttivo e delle partite Iva, posti di lavoro, risparmi.
Sullo sfondo di tutto c’è il silenzio dell’Europa, che pensa più al MES che al virus e che dimostra ancora una volta la sua lontananza dagli italiani”.

Tra le richieste anche la nomina di un commissario straordinario per l’emergenza, come fu Bertolaso dopo il terremoto a L’Aquila. Una richiesta su cui il Governo avrebbe, a differenza che sullo stop, aperto.

Le dichiarazioni di Giorgia Meloni al termine dell’incontro:

Fontana: “Fermare tutto”

In mattinata il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana aveva ribadito la necessità di “fermare tutto subito per 15 giorni per ripartire il prima possibile”. Quella, cioè, di adottare “misure estreme” come lo stop alle aziende e ai trasporti per ridurre al minimo la circolazione delle persone e, con questa, i rischi di contagio. Misure estreme che, stando ai dati, hanno permesso di contenere l’emergenza nel Lodigiano e in quelle che erano le zone rosse fino al DPCM di ieri.

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