Colto da infarto cerca su Google un Pronto soccorso, ma lo trova chiuso: muore a 55 anni
Adamo Di Natale, elettricista di Cologno Monzese, si trovava a Comacchio per una trasferta di lavoro

Ha iniziato ad avvertire dei dolori al petto, che immediatamente sono stati considerati come delle avvisaglie di un infarto in corso. In quei momenti concitati, ha fatto ciò che gli è sembrato più plausibile: ha afferrato il suo smartphone per cercare su Internet, tramite Google, l’ospedale più vicino in zona. Solo che, arrivato sul posto e dopo aver seguito le indicazioni della mappa, si è imbattuto in una semplice Casa di comunità, dedicata ai casi a bassa criticità, che non è quindi dotata di Pronto soccorso e che non è più un nosocomio da oltre dieci anni. Ed è morto in pochi minuti.
L'assurda tragedia di Comacchio ha colpito Cologno
La tragedia avvenuta a Comacchio, in provincia di Ferrara, domenica mattina 27 luglio 2025, ha colpito anche Cologno Monzese. A perdere la vita è stato Adamo Di Natale, 55enne residente in città, di professione elettricista, che si trovava sul delta del Po per una trasferta di lavoro. Quanto accaduto ha destato parecchio scalpore, senza tralasciare il dolore dei familiari del colognese.
Quella domenica, dopo che il 55enne è andato in arresto cardiocircolatorio, la Centrale operativa del 118 emiliano aveva inviato i soccorritori e i Carabinieri. Ma per l’uomo, che quando si è sentito male si stava recando in un bar per fare colazione, non c’è stato nulla da fare. Stante il decesso, e a seguito della notizia che ha iniziato a essere ripresa anche dai media nazionali, l’Azienda sanitaria locale, dopo aver porto le condoglianze ai parenti, ha diffuso una nota con l’obiettivo di ricostruire quanto accaduto.
Cerca un Pronto soccorso e si trova davanti una Casa di comunità
Di Natale, "colpito da una grave crisi cardiorespiratoria, era arrivato autonomamente presso la Casa di comunità di Comacchio a bordo di un’auto privata - hanno spiegato dall’Ausl di Ferrara - Il paziente è stato soccorso immediatamente dal 118, giunto sul posto in sei minuti, che ha effettuato le manovre rianimatorie. A causa della gravità della situazione clinica, il cuore del paziente non si è mai ripreso e il personale medico non ha potuto che constatarne il decesso".
"Chiamare sempre il 112 in caso di emergenza"
L’infarto e l'arresto cardiaco sono patologie tempo-dipendenti per cui l’intervento rapido migliora le possibilità di sopravvivenza e riduzione delle complicanze. Ecco perché allertare immediatamente il 112 risulta fondamentale e vitale.
"Gli operatori esperti del 118 forniscono immediatamente indicazioni su cosa è opportuno fare, inviano il mezzo di soccorso più idoneo oppure, qualora i sintomi risultino meno gravi, indirizzano verso la struttura sanitaria più adatta alla presa in carico della situazione", hanno proseguito dall’Azienda ospedaliera. Da qui lo sconsigliare di "recarsi verso le strutture sanitarie più vicine con mezzi propri, perché potrebbero non essere quelle idonee all’intervento sanitario necessario, specie se non si conosce bene il territorio come può accadere a turisti o lavoratori non residenti".
Proprio come, purtroppo, è accaduto allo sfortunato colognese.
Il caso finisce in Consiglio regionale dell'Emilia Romagna
Ma perché le informazioni sull’assenza del Pronto soccorso di Comacchio (chiuso dal 2013) non erano aggiornate sul web?
"Solo i siti ufficiali delle Aziende sanitarie danno garanzia di qualità e veridicità delle informazioni sanitarie, ma, comunque, in caso di emergenza-urgenza l’unica azione da fare è la telefonata al 112", hanno concluso dall’Ausl.
Resta il fatto che questa domanda se l’è posta anche il consigliere emiliano di Fratelli d’Italia Fausto Gianella, che ha presentato un'interrogazione nel merito in Consiglio regionale.
Chiesa gremita per i funerali
Un grande applauso ha salutato la salma pochi istanti prima che uscisse sul sagrato. Venerdì 1 agosto in tanti hanno voluto partecipare ai funerali, celebrati in una gremita chiesa di San Giuseppe.
Timido e riservato di carattere, viveva da solo dopo la scomparsa dei genitori. Ma il numero di persone presenti, come evidenziato da don Giorgio Salati durante l’omelia, è stato la riprova di come non ci fosse solo il fratello Giuseppe a volergli bene.
Pare che già una settimana prima avesse accusato del malessere fisico, che però non lo hanno fatto desistere dal partire verso Comacchio per lavoro. Col senno di poi, quello stesso malessere potrebbe essere stato un avvisaglia dell’infarto che poi l’ha strappato all’affetto dei parenti e degli amici.
"Sono stupito anche io nel vedere così tanta gente in chiesa - ha dichiarato il sacerdote - Segno che era un grande amico, una persona capace di farsi voler bene da tanti. E qui ci sono tanti che hanno amato e stimato Adamo: era sempre pronto a dare mano, c’era per chiunque avesse bisogno. Forse siamo qui perché nei suoi confronti abbiamo un debito di riconoscenza: perché ci ha aiutato in alcuni frangenti o perché semplicemente ci ha sorriso".
Inevitabile, poi, che la mente vada a una domanda: perché è accaduto?
"Siamo qui in chiesa per dire 'grazie per la vita di Adamo' - ha proseguito Salati - Riconosciamo che la nostra vita non ci appartiene, quando un uomo, a 55 anni, viene a mancare improvvisamente. Ci crediamo onnipotenti, e invece, da un momento all’altro, tutto finisce. Ma il Signore ci attende nella sua Casa, per tutti noi ha preparato un posto. Come accaduto a Gesù".